Sesso e cocaina nei festini dei “vip”

di Fabio Malacrea
Serate a base di sesso, alcol e cocaina nelle case compiacenti di “vip” di Monfalcone e in quella di un esponente dell’imprenditoria goriziana. Professionisti per lo più quarantenni, più o meno insospettabili, appartenenti a famiglie molto conosciute nel Monfalconese e nell’Isontino. È soprattutto sui coca-party, con un giro di una ventina di persone, che si sta concentrando l’inchiesta del sostituto goriziano Michele Martorelli sul traffico di droga nel centro di Monfalcone che ha portato finora all’arresto di Daniele De Pellegrin, 58 anni, l’inventore della “movida” monfalconese, e Giuseppe Termini, 55 anni. Un’indagine in cui, proprio ieri, De Pellegrin, accusato di detenzione di stupefacenti non finalizzata al solo uso personale, ha registrato un punto a suo favore. Il Tribunale del Riesame di Trieste ha accolto infatti il ricorso presentato dall’avvocato Francesco De Benedittis e ha revocato gli arresti domiciliari all’ex calciatore al quale è stato imposto solo l’obbligo di firma.
Un passo che comunque non rallenta l’inchiesta che, anzi, sta andando avanti a tappe forzate. Sarebbero parecchie decine le persone interrogate in queste ultime settimane dal sostituto goriziano. Tutte quelle che farebbero parte del giro di amicizie di De Pellegrin, risultate dai tabulati telefonici dello stesso esercente, quasi tutte già sentite anche in Commissariato a Monfalcone. Il magistrato intende fare luce, in questa fase, proprio sui festini che da tempo si svolgevano in vari appartamenti non solo di Monfalcone ma anche del capoluogo, coinvolgendo “vip” locali e un codazzo di personaggi che ruotano attorno a loro, droga-party hard in cui si riversava parecchia della cocaina del giro emerso dall’arresto di Giuseppe Termini. Martorelli vuole sapere chi li organizzava, dove si svolgevano, chi aveva l’incarico di fornire la droga, chi le ragazze.
Nel giro vorticoso di interrogatori condotti dal sostituto goriziano sono finiti gran parte dei personaggi coinvolti nel giro dei locali del centro di Monfalcone. E sarebbero stati alcuni di questi, di fronte alle domande del magistrato, a chiamare in causa Daniele De Pellegrin come l’animatore delle nottate. Ma cosa accadeva durante i festini? Non soltanto droga. Anche sesso - pare a pagamento - o quantomeno compiacente. Da quanto sta emergendo dall’inchiesta, si parla di ritrovi ai quali prendevano parte una quindicina di persone, forse anche più. C’era alcol, droga, ma anche escort professioniste e ragazze particolarmente “libere”. Festini in cui venivano consumati rapporti sessuali ma comunque caratterizzati da un clima di voyeurismo spinto, conditi dall’alcol e dalla cocaina, che non mancava mai. Appuntamenti a scadenza quasi fissa, diventati consuetudine, riservati a un giro ristretto e consolidato di cui facevano parte professionisti e rampanti, oggetto di vanterie e discussione in bar, tanto che in città se ne parlava da tempo, anche al fuori della cerchia dei partecipanti. Da alcuni dei “padroni di casa” ascoltati dalla Polizia e dal magistrato ci sarebbero state ammissioni sulle serate hard che ospitavano tra le loro mura, tanto che la geografia della trasgressione sarebbe già definita per grandi linee. Ammissioni scontate, a fronte di testimonianze precise rese da alcuni dei partecipanti, e dettate in alcuni casi dalla volontà di vedere alleggerita la propria posizione di fronte al magistrato. Al momento, nell’ambito dell’inchiesta, non risulterebbe comunque alcun altro indagato oltre a De Pellegrin e Termini: i festini in case private non assumerebbero insomma, almeno in questa fase dell’indagine, rilevanza penale. Ma la ricostruzione dei party a luci rosse che animavano le notti monfalconesi e goriziane preme al sostituto Martorelli soprattutto chiarire chi ne fosse il “regista” e a chi spettasse il compito di fornire le sostanze stupefacenti.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo