Sesso nei bagni di Ponterosso a Trieste, l’annuncio del sindaco Dipiazza: «Ora mando i vigili»
Dietrofront del Comune dopo l’ipotesi della chiusura dei wc utilizzati per incontri sessuali. «Monitoriamo la situazione»

La chiusura dei bagni pubblici di Ponterosso, diventati anche un luogo di incontri sessuali (pure a pagamento), può aspettare. Il sindaco Roberto Dipiazza ha deciso di far monitorare la situazione mandando la Polizia locale. «Prima controlliamo a fondo cosa succede effettivamente, poi vediamo quali provvedimenti è meglio assumere», afferma.
Mezzo dietrofront
La giunta ora prende tempo. Un mezzo dietrofront, insomma, dopo quando annunciato dall’assessore alle Politiche della sicurezza cittadina Caterina de Gavardo: in accordo con la collega Elisa Lodi, assessore alle Politiche del Patrimonio, aveva prospettato lo stop del servizio proprio per contrastare il fenomeno. Alcuni residenti e commercianti della zona di Ponterosso hanno riferito una frequente presenza di uomini, anche a gruppetti, che si infilano di soppiatto. Un viavai continuo. «Le segnalazioni dei cittadini sono sempre importanti – rileva de Gavardo – l’ascolto del territorio è di grande aiuto».
Il precedente
Qualcosa di analogo era accaduto anni fa nei wc del giardino pubblico de’ Tommasini, tanto che la Polizia locale aveva avviato un’indagine approfondita scoperchiando una realtà sconosciuta ai più: uomini di tutte le età che consumavano rapporti e spesso anche nelle parti comuni dei bagni, proprio in prossimità degli orinatoi e senza curarsi dei bambini che entravano con i genitori. Numerosi gli indagati, all’epoca.
Un servizio di tutti
In Ponterosso non si è arrivati a questi livelli, ma frequentazioni del genere ci sono. «Però chiudere non ha senso – afferma Luca Bitti, dipendente del “Vecio canal”, uno dei locali della piazza situato a pochi metri dai bagni pubblici – quel wc è utile alla città soprattutto in considerazione della presenza dei turisti e tanto più durante gli eventi come la Barcolana, l’Oktoberfest o quando ci sono gli stand degli “street food”, anche perché spesso i wc chimici che vengono posizionati sono pochi».
Il signor Chen, del bar Joyce, è d’accordo: «Eviterei la chiusura, piuttosto sarebbe il caso di installare telecamere». Così Giorgio Marra, titolare del bar “Al Curto”, situato sull’altro lato della piazza: «Se non c’è più la possibilità di utilizzare quel bagno la gente entrerà nei nostri locali per andare alla toilette e senza consumare. Inoltre – osserva – quello è l’unico wc pubblico del centro città».
Ma oltre al tipo di frequentazioni, il wc pubblico presenta un evidente problema igienico: i gabinetti sono sporchi e maleodoranti. —
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