Sistiana, la baia cambia volto: dai giovani della movida alle famiglie a pranzo nei chioschi

Estate tranquilla per gli storici locali sul mare: meno discoteche e più controlli hanno ridotto l’afflusso dei ragazzi, mentre cresce la clientela diurno-familiare. I gestori chiedono servizi adeguati e concessioni più lunghe

Ugo Salvini

Da storica sede della movida estiva, con centinaia di giovani e giovanissimi pronti a fare l’alba e intenzionati a divertirsi a pochi passi dal mare, a punto d’incontro di famiglie, coppie attempate, compagnie che festeggiano gli “anta” dall’esame di maturità, interessate soprattutto a mangiare qualcosa all’aria aperta negli orari tradizionali.

È una trasformazione profonda quella che ha vissuto quest’estate la baia di Sistiana, in particolare l’area nella quale sono attivi gli storici chioschi.

Noti in tutto il territorio triestino, dal capoluogo a Muggia, fino alla bassa friulana e all’isontino, oltre che in Slovenia, i chioschi sono stati per lungo tempo chiassoso teatro di incontri fra giovani, una sorta di riserva indiana nella quale potevano entrare solo gli under 20 o giù di lì.

Da quest’estate, ma le prime avvisaglie di un radicale cambiamento c’erano già state lo scorso anno, i chioschi hanno mutato pelle.

«L’estate è stata molto tranquilla – spiega Stefano Lazzerini, gestore del Chiosco “Bianco” – non c’è stato nessun problema, a differenza di ciò che accadeva fino a qualche anno fa, quando talvolta era necessario contenere le intemperanze di qualche giovane troppo entusiasta della situazione. Nel complesso si è lavorato bene soprattutto grazie alla presenza di famiglie che hanno consumato pranzi e cene.

La presenza di una sola discoteca, per di più non molto grande e aperta solo nei fine settimana ha evidentemente ridotto l’attrattività della baia fra i giovani. Va poi ricordato che le norme del codice della strada, per ciò che concerne la guida in stato di ebbrezza sono oggi molto più severe e questo scoraggia molti giovani ad avventurarsi lontano da casa».

«Anch’io mi sono dedicato di più alla cucina – conferma Max Giuffrida, del Chiosco “Giallo” – e non mi posso lamentare per l’andamento complessivo. Certo la baia potrebbe essere sfruttata meglio se ci fossero servizi adeguati e se finalmente chi di dovere pensasse a collocare sul posto dei bagni pubblici, di cui la baia è priva ma comunque il turismo c’è stato. Sarebbe importante che il Comune, e intendo tutte le amministrazioni che si sono succedute, mettesse finalmente a posto la pavimentazione, che ci permetterebbe di investire di più sui nostri chioschi. Sarebbe utile anche un allungamento del contratto di concessione perché in tal caso le risorse che potremmo dedicare ai chioschi sarebbero superiori».

Monica Sancin, titolare del Chiosco “Dorje Ling”, che significa luogo meraviglioso, concorda: «Negli ultimi due anni il turismo è cresciuto soprattutto durante il giorno – spiega – ed è una conseguenza logica della situazione in atto, perché la baia non è servita da mezzi pubblici nelle ore serali e notturne e i controlli delle forze dell’ordine sono severi e costanti, perciò nessuno vuole rischiare di perdere la patente. Per ciò che concerne il Comune ritengo che dovrebbe provvedere a dotare la zona di servizi in linea con le aspettative, altrimenti la baia, di sera, diventerà un deserto».

Il quarto chiosco quest’anno è stato affidato alla cooperativa sociale “La Melagrana”, che si impegna a inserire nel mondo del lavoro persone in situazione di fragilità. «Siamo contenti soprattutto perché l’inserimento di queste persone – sottolinea uno dei responsabili della cooperativa, Salvatore Pilato – si è rivelato buono. L’esperienza è stata positiva sotto il profilo della loro formazione, perché sono stati a contatto con stranieri, turisti, persone di ogni tipo e sul piano economico siamo stati bene a galla».

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