Firmato il passaggio della chiesetta magiara di Doberdò al Consolato ungherese
In sala consiliare a Doberdò la sottoscrizione del Memorandum e della Convenzione per la gestione dello storico sito per 9 anni

Da teatro di guerra a simbolo di pace. La Cappella Ungherese in località di Visintini emblema di vicende dolorose della Grande Guerra sul Carso, passa in gestione al Consolato Generale della Repubblica d’Ungheria. La cerimonia della firma del Memorandum in 18 punti e della Convenzione in 11 articoli, si è svolta nella sala consiliare del municipio.
Prevede l’affidamento gratuito e la concessione d’uso della chiesetta per la durata di 9 anni, in cambio di obblighi di manutenzione, valorizzazione e promozione culturale dello storico sito.

I documenti sono stati siglati tra il sindaco Peter Ferfoglia e la rappresentanza del Governo Orban, cioè il Vice-Ministro di Stato alla Difesa Tamás Vargha, il Vice-Ministro di Stato agli Affari Esteri e al Commercio Levente Magyar e il Console Generale di Ungheria, Jeno Csiszar.
Presenti per il Governo della Repubblica italiana, Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Nonostante la situazione internazionale desta qualche preoccupazione, il messaggio lanciato da Doberdò parla chiaro: “Rifiuto di tutte le guerre che provocano solo morte e distruzioni e consolidamento della pace che è l’unica alternativa alla convivenza pacifica fra i popoli. Questo luogo e le alture carsiche che in passato sono state teatro di tragedie, possano diventare un simbolo di fraternità, un esempio per tutta l’Europa e un monito a non fare gli stessi errori del passato”.

Concetti ribaditi anche negli interventi. «La chiesetta – ha affermato il Vice-Ministro di Stato alla Difesa Tamás Vargha – è una memoria per tutti i soldati che hanno combattuto. Nonostante le guerre in corso è ancora di più un’emblema di amicizia tra i popoli, contro gli orrori della guerra che mettono in pericolo la vita di tante persone. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte. Sono fiducioso che si arrivi alla pace non solo in Ucraina ma in tutti gli altri Paesi».
Anche il Ministro Ciriani ha sottolineato il segnale di amicizia e conciliazione tra i popoli. Quella volta Italia e Ungheria si sono combattuti in una guerra, forse la più crudele della storia e ora sono in pace. «Oggi - ha aggiunto Ciriani - la pace è un valore acquisito ma è un bene precario, fragile che va difeso e rafforzato giorno dopo giorno. In questa nostra terra chi è caduto combattendo, di qualsiasi fronte, merita rispetto».
Il sindaco di Doberdò, Peter Ferfoglia, ha ricevuto nella sala consiglio gremita, numerose autorità civili e militari di tutte le armi, tra cui Carabinieri, Polizia, Esercito e Guardia costiera. Presenti fra gli altri quattro sindaci del mandamento, Luca Fasan di Monfalcone, Mauro Benvenuto di Ronchi dei Legionari, Marco Vittori di Sagrado e Cristiana Pisano di Fogliano-Redipuglia.
«Oggi – ha detto fra l’altro il sindaco Ferfoglia – non stiamo solo firmando un atto amministrativo, ma compiendo un gesto che ha a che fare con la memoria e con il futuro. Sul Carso di Doberdò tutto parla ancora di quella guerra terribile. Un Carso che sembra portare ancora i solchi del dolore. Su queste pietre hanno combattuto e sono caduti uno accanto all’altro ma anche uno contro l’altro giovani italiani, sloveni, ungheresi, austriaci che parlavano lingue diverse ma che avevano in comune la stessa paura, lo stesso terrore, la stessa nostalgia di casa, lo stesso desiderio profondo di pace e di futuro. Il Carso li ha visti lottare e morire».
Prima della cerimonia la delegazione ungherese ha reso omaggio al monumento della Memoria ai soldati sloveni caduti durante la Grande Guerra con una deposizione di una corona al monumento di Doberdò, mèta di due Presidenti, quello della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e della Repubblica Slovena, Borut Pahor. Durante la manifestazione sono state consegnate per le ricerche storiche due onorificenze, la Croce d’oro al Merito ungherese a Gianfranco Simonit e a Marino Visintin.
È seguita la messa alla Cappella Ungherese concelebrata dal parroco locale Ambrož Kodelja e dal vescovo ungherese Tibor Bertapace, in onore dei 100 mila Caduti della Grande guerra. La delegazione magiara era stata ricevuta in mattinata a Trieste dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga e visitato il Porto di Trieste.—
Riproduzione riservata © Il Piccolo







