Smart working: guida alle nuove regole. Per i fragili avanti fino al 30 giugno. Per chi ha figli under 14 è un diritto solo nel privato

Il piano del governo. Sì in Senato al Milleproroghe dopo le tensioni

Close up of a student man using smart phone and laptop in cafe. Closeup of hand of a young man using smartphone. Happy african man reading a message phone outdoor.
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Diritto per i fragili confermato fino al 30 giugno, tanto nel pubblico che nel privato. Mentre per i lavoratori con figli under 14 torna il diritto a richiedere, ma solo nel privato, il lavoro a distanza. Ecco il piano del governo per lo smart working, contenuto nel Milleproroghe che ha avuto il via libera dell’aula del Senato dopo una giornata ad alta tensione per il caso balneari.

Il caso balneari
All'ora di pranzo l'aula è stata sospesa per un'ora per dare modo al governo di «verificare la natura di alcuni emendamenti ed eventualmente presentarne un altro», ha detto il presidente Ignazio La Russa. Nel giro di pochi minuti si è sparsa la voce tra le opposizioni che la Ragioneria ha fatto dei rilievi sui balneari e così, per una volta uniti, Pd, Terzo Polo, M5s, Verdi e sinistra e le Autonomie hanno attaccato l'esecutivo: «Hanno fatto dei pasticci che assomigliano a delle truffe elettorali», stigmatizza il senatore dem Daniele Manca. Il pentastellato Stefano Patuanelli rincara: «Era chiaro che ci fossero profili finanziari perché oltre alla possibile infrazione si prevede un minor gettito dei canoni». Dopo un'ora però l'esame del decreto è ripreso senza novità. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani prova a chiudere il caso: «Fatte le verifiche, non sono emerse modifiche». E La Russa ha ribadito: «Tutto trasparente». Ma le opposizioni non ci stanno e ripartono alla carica denunciando omissioni sul rischio legato all'infrazione europea e chiedono che «si acquisisca il parere tecnico della Ragioneria e che il governo riferisca sulla compatibilità della norma rispetto agli impegni assunti in sede di Pnrr sulla parte relativa alla concorrenza».

La polemica
La polemica è nata per la proroga di un anno delle attuali concessioni balneari (fino al 31 dicembre 2024, ma la data può slittare al 2025 se i Comuni hanno «difficoltà oggettive» con i bandi) e per il rinvio di cinque mesi (da fine febbraio a fine luglio) del decreto legislativo che prevede la mappatura aggiornata delle concessioni.

In serata è intervenuto il Tesoro con una nota, sottolineando che la Ragioneria generale dello Stato non ha formulato rilievi sulla copertura finanziaria dei balneari. Come se non bastasse, nella maggioranza è scoppiato pure il caso Lotito, deluso per lo stralcio dei diritti televisivi dello sport. Il senatore azzurro e patron della Lazio puntava infatti alla proroga fino al 2026 dell'attuale accordo per la trasmissione delle partite della serie A di calcio. Lo stop è stato votato in aula dopo la moral suasion del Quirinale e i malumori di molti senatori del centrodestra, votazione a cui non ha però partecipato Lotito in polemica col governo.

Il caso Trasparenza
Ad agitare la maggioranza anche il decreto Trasparenza, atteso oggi in aula dopo aver ottenuto il mandato in commissione. Le modifiche stabilite scontentano tutti: i gestori delle pompe restano sul piede di guerra per l'obbligo di esporre sui cartelloni il prezzo medio dei carburanti. Assopetroli parla addirittura di «schiaffo del governo alla piccole e medie imprese».

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