Smontata la centrale, riaprirà in Ghana

C’era una volta la centrale “ElettroGorizia”. Una dozzina di anni fa, quando venne realizzata con un investimento che superò i 30 milioni di euro, molti goriziani protestarono, diedero vita a comitati, manifestarono preoccupazione per quell’ingombrante presenza. Ci furono anche interrogazioni in Consiglio comunale. Poi, venne messa in attività e, gradatamente, le polemiche cessarono.
C’era una volta perché oggi... non c’è più. «È stata smantellata e trasferita in Ghana dove verrà ricostruita e messa in funzione», fa sapere l’ingegnere Giuseppe Fiannacca, che fu il “papà” di quella centrale. Conferme arrivano da Ariano Medeot, presidente del Consorzio industriale e artigianale (Csia). «Abbiamo incontrato la proprietà qualche tempo fa e ci ha annunciato che l’intenzione, in ogni caso, è di non dismettere completamente l’area. La centrale è stata smontata e trasferita ma nulla vieta che lì si possa fare altro». Cosa? Non si sa.
Ma perché la centrale è stata smantellata? Stando ai beni informati non era più economicamente sostenibile. Un brevissimo excursus. ElettroGorizia, lo ricordiamo, era nata seguendo le indicazioni della Comunità europea: centrali di piccola taglia in prossimità delle utenze (città), con alti rendimenti, affidabilità e soprattutto in grado soddisfare le necessità della rete di trasmissione.
La centrale rispondeva a tutte queste condizioni e rientrava in quelle che si definiscono a «ciclo combinato». Questa tecnologia così complessa era stata installata a Gorizia che, insieme alle altre centrali a fonti rinnovabili, aveva dato luogo ad un “parco tecnologico” nella produzione di energia elettrica tra i più completi ed avanzati d’Europa.
Tutto questo, oggi, è stato smantellato per avere una seconda vita in un Paese africano. Gorizia, secondo chi ha lottato per avere quella centrale, perde una fetta di tecnologia che ha forgiato figure professionali di altissimo livello.
Secondo alcuni analisti, la probabile causa di questa precoce interruzione sarebbe da ricercarsi nella politica energetica che ha fatto proliferare il fotovoltaico, il quale oggi annovera potenze impensabili per gestione (tra poco si arriverà a circa 20.000 Mw di potenza installata) affidando così circa un terzo del nostro fabbisogno ad una fonte che certi esperti definiscono diluita.
Elettrogorizia non era sostenuta da alcuna provvidenza statale: andava sul mercato a prendersi il meglio della quotazione del kilowattora che si formava nelle ore diurne «che ancorchè tollerato nelle prime battute con potenze installate piccole ora, con tutto quello che immette in rete, ha depresso il prezzo del kilowattora al punto di far rinunciare alla produzione Elettrogorizia e quelle uguali o simili».
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