Sono in arrivo altri Gruccioni dall’Africa

STARANZANO. «Attendiamo dall’Africa tra la fine aprile e i primi giorni di maggio il loro arrivo nell'area naturalistica».
Previsioni di Fabio Perco, direttore scientifico della Sbic, che si basano sulle osservazioni recenti per le presenze del “gruccione”, che ha trovato "casa" già da qualche anno nella Riserva regionale della Foce dell'Isonzo. Lo stesso Perco è riuscito a realizzare un breve filmato nel quale si nota il volatile in un momento di riposo prima di riprendere la caccia alle piccole prede.
«Ci si aspetta - afferma - che i nuovi arrivi si insedino per nidificare, come ormai di consueto, proprio di fronte all'osservatorio “Piropiro”, dal quale birdwatchers e fotografi possono ammirarli ed immortalarli a brevissima distanza. Si tratta di uccelli “coloniali”, - aggiunge - che formano stormi numerosi e che prediligono per la nidificazione le pareti verticali di colline terrose, facili da scavare. I nidi sono rappresentati da cunicoli orizzontali, che questi uccelli ricavano nel terreno non troppo duro utilizzando becco e zampe, costruendo rifugi sotterranei sicuri quasi impenetrabili per la maggior parte dei predatori».
Esplode, dunque, la curiosità soprattutto degli appassionati che in questo periodo hanno la possibilità di ammirare oltre alla grande quantità di altri uccelli che arrivano alla Cona, la presenza del bellissimo e multicolore pennuto di piccole dimensioni. Un predatore di insetti.
La specie sembra aver trovato all’isola della Cona il luogo ideale per la riproduzione, presenze molto apprezzate dagli estimatori. Un interesse che ha catturato anche una giovane ricercatrice di San Canzian, Elisa Seffin, che di recente ha presentato all'Università di Udine una singolare tesi di laurea sulla presenza del “gruccione” nella Riserva della Foce Isonzo, suscitando anche il plauso della commissione.
«La predazione - rileva nello studio la Seffin - si concentra in una zona relativamente poco estesa soprattutto durante il periodo riproduttivo e di svezzamento dei nuovi nati, mentre prima e dopo tali periodi gli uccelli si spostano anche a grandi distanze, riducendo l'impatto a livello locale. Bisogna ricordare - afferma - che anche i gruccioni possono venir predati da rapaci come il gheppio e lo sparviere. Devo ricordare - aggiunge - che lo studio effettuato, grazie ai fotografi, ha una copertura temporale totale e continua dal momento dell'arrivo dei gruccioni nella Riserva sino alla loro partenza autunnale».
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