Sono sedici milioni i discendenti di Gengis Khan

TRIESTE Era il 1 giugno di 800 anni fa, il 1215, quando le orde dei mongoli guidate da Gengis Khan sconfissero l’esercito dell’imperatore Xuanzong e conquistarono la città di Zhongdu, l’odierna Pechino, spalancando di fatto le porte al proprio ingresso in Cina. Quando Gengis Khan morì, nel 1227, a 72 anni, il suo impero comprendeva anche tutta l’Asia Centrale, l’Iran, il Pakistan, la Corea e il sud della Russia, un territorio quattro volte più esteso di quello conquistato da Alessandro Magno.
Si è parlato anche di questo a margine di una conferenza internazionale sulle biotecnologie tenutasi la scorsa settimana proprio in Cina a Tianjin, a 25 minuti di treno ad alta velocità da Pechino. La tematica era stata innescata da una ricerca che ha analizzato la distribuzione dei cromosomi Y in più di 5mila campioni di Dna provenienti da 127 popolazioni in Asia. I sorprendenti risultati hanno rivelato che circa l’8% dei maschi che vivono in un vasto territorio che va dal Pacifico al Mar Caspio hanno il medesimo cromosoma Y, originatosi in Mongolia circa mille anni fa, e poi trasmesso di generazione in generazione per via paterna.
Solo il grande Gengis Khan poteva a quel tempo essere così potente da assicurare una diffusione così ampia del proprio patrimonio genetico: di fatto, 16 milioni di maschi (lo 0,5% dell’umanità) sono quindi oggi i suoi discendenti diretti. Almeno altri 800 milioni di uomini in Asia, poi, possono essere fatti risalire a non più di una decina di altri leader, tra cui Giocangaa, che visse nel 1500 nel nord della Cina, di cui 1,5 milioni di maschi portano oggi il cromosoma Y.
Dal punto di vista evoluzionistico, la scoperta è di particolare interesse, in quanto indica che, anche nella specie umana, il successo riproduttivo non dipende esclusivamente dalla fitness individuale, ma anche dalle condizioni sociali in cui questa si esplica, in particolare dall’abitudine all’esteso concubinato e dall’accesso a una moltitudine di donne soltanto grazie al potere e al prestigio sociale.
La certezza dell’attribuzione diretta a Gengis Khan del cromosoma Y in questione potrebbe essere ottenuta solo se le sue spoglie fossero ritrovate. Ma la leggenda narra che il suo corpo fu seppellito in un posto segreto, tanto che tutti coloro che ne erano a conoscenza furono uccisi o si suicidarono. Analizzando le immagini della Mongolia dai satelliti, un team dell’Università della California ha però ora identificato 55 siti che potrebbero ospitare la tomba del grande leader, e quindi il suo prezioso Dna da utilizzare per il confronto decisivo con quello dei maschi odierni.
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