Sorpresa: i croati rimpiangono Tito

Per l’82% degli over 45 nell’ex Jugoslavia si viveva meglio. Solo il 6% teme un ritorno al passato
Un'immagine del maresciallo Tito
Un'immagine del maresciallo Tito

TRIESTE. Si stava meglio quando si stava peggio. È un vecchio motto popolare che però è stato inconsciamente riattualizzato da un sondaggio del portale web di news MojeVreme.hr. E i risultati sono sorprendenti, altro che “Jugonostalgia” qui siamo di fronte a un vero e proprio rimpianto dei bei tempi andati. Le domande sono state formulate in modo anonimo a ultraquarantacinquenni e il risultato se lascia a bocca aperta da una parte, dall’altra fa molto meditare e dovrebbe far molto meditare soprattutto i politici della Croazia e della Bosnia-Erzegovina ai cui cittadini è stato proposto il questionario.

Al sondaggio denominato “Un tempo andava meglio?” hanno partecipato in tutto 2.200 cittadini di Croazia e Bosnia-Erzegovina, ma gli analisti hanno elaborato le oltre 1.700 risposte fornite dagli ultra 45enni. Orbene l’82% dei croati che hanno avuto anche un esperienza di vita nella ex Jugoslavia ha risposto che sotto la Repubblica federativa si viveva meglio. Ma non basta. Il 74% degli intervistati ha anche dichiarato che, seppur a determinate condizioni, sarebbe disposto a vivere in un regime con un partito unico e il 40% dichiara che Josip Broz Tito era una persona positiva. Solamente il 4% ha detto che si viveva peggio nell’oramai rottamata Jugoslavia e il 6% ha risposto invece «Dio non voglia che ricapiti», pensando al vecchio regime di Tito.

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Dei favorevoli alla Jugoslavia il 14% si è apertamente dichiarato un “jugonostalgico”, mentre il 62% ha rifiutato per sè questa etichetta. Il 22%, inoltre, si è definito «occasionalmente» “jugonostalgico”. Se si esamina il 40% degli intervistati che hanno definito Tito come «una persona positiva» di questi solo l’8% ammette che il defunto maresciallo era un dittatore, per il 31% invece lui era in assoluto una brava persona.

Tra gli intervistati il 56% si è dichiarato credente, mentre il 36% si è professato ateo. Durante la Jugoslavia il 78% dei credenti ha affermato di essersi recato in chiesa o in un edificio di culto, mentre il 38% ha spiegato che sotto Tito frequentava regolarmente i riti religiosi.

Da un punto di vista sociale il 69% sostiene che la corruzione era di gran lunga minore nella vecchia Jugoslavia che nella moderna Croazia e solo il 2% sostiene il contrario. C’è la convinzione che il potere d’acquisto è oggi maggiore ma ben il 91% è convinto che i bambini crescevano più sicuri sotto la Jugoslavia che nella Croazia di oggi e solo il 4% ritiene che i bambini siano oggi più sicuri.

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