Spray urticante contro un cliente: guardia giurata finisce a giudizio
Il gesto al culmine di un diverbio, ma quel dispositivo era vietato dall’azienda

Spray al peperoncino spruzzato in faccia a un cliente con cui aveva avuto un diverbio. Un gesto che ha fatto finire a giudizio un 33enne, che all’epoca dei fatti lavorava come addetto alla sicurezza in un supermercato triestino.
L’uomo è accusato di lesioni personali e getto pericoloso di cose. Dalle indagini è emerso che lo spray urticante era un dispositivo che l’azienda di cui era dipendente aveva espressamente vietato. Eppure l’addetto alla sicurezza (difeso dall’avvocata Loreley Lubich) quel giorno avrebbe estratto lo spray dal cinturone e se ne era servito ai danni di un 19enne, che si è costituito parte civile con l’avvocata Maria Genovese.
Era il 1° novembre dell’anno scorso. Il ragazzo aveva sporto querela nei confronti del vigilantes per le lesioni subite. Non ci sarebbe documentazione medica a suffragio perché il 19enne, pur avendo raggiunto il Pronto soccorso, avrebbe poi rinunciato alla visita visto il protrarsi dell’attesa. Alla scena avevano però assistito alcuni testimoni, poi sentiti dagli inquirenti. La denuncia del ragazzo, infatti, aveva fatto scattare le indagini delle forze dell’ordine, dirette dal pm Federico Frezza, e poi sfociate nella citazione diretta a giudizio del 33enne.
Mercoledì mattina si è celebrata l’udienza pre-dibattimentale davanti alla giudice Cristina Arban.
Una questione emersa in aula riguarda le imputazioni a carico dell’uomo, a cui potrebbe venire contestato anche il porto ingiustificato di armi o oggetti atti a offendere. L’eventuale integrazione dei capi d’accusa verrà fatta soltanto dopo aver visionato lo spray finito sotto sequestro per capire, in base alla sostanza urticante, se possa essere considerato alla stregua di un’arma.
Sarà il pm, eventualmente, a integrare il capo di imputazione. Al momento le accuse a carico del 33enne, come detto, riguardano le lesioni personali e il getto pericoloso di cose. La prossima udienza è fissata per metà dicembre, quando si deciderà se modificare o meno il capo di imputazione. A quel punto la giudice deciderà se emettere una sentenza di non luogo a procedere oppure se fissare la data dell’udienza dibattimentale di fronte a un giudice diverso, come stabilito dalla Riforma Cartabia.
L’udienza pre-dibattimentale è stata introdotta proprio dalla recente riforma della Giustizia ed è prevista per i reati di competenza del Tribunale monocratico puniti con pena inferiore ai quattro anni di reclusione. Semplificando, potremmo dire che ha una funzione grossomodo simile a quella che ha l’udienza preliminare per i reati più gravi. Ovvero decidere il prosieguo o meno del procedimento.
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