Spyros Theodoridis: «La migliore ricetta è l’amore»

«Non sono uno chef, faccio ciò che mi piace». Spyros Theodoridis, il primo vincitore di Masterchef Italia, nonostante la vittoria del più importante talent show culinario italiano, non si vuole definire un vero e proprio professionista. «Faccio ciò che mi rappresenta - dice -, che sia uno chef, un cuoco, un dilettante o un appassionato non importa». Spyros è stato il primo a convincere i tre giudici del programma, Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich e ottenere una vittoria da 100 mila euro e l'opportunità di pubblicare il suo primo libro di ricette intitolato Cuoco per emozione.
Spyros, cosa prova ad aver vinto un talent show come Masterchef?
«È un'emozione forte, unica, indescrivibile a parole».
Questa vittoria le ha cambiato la vita?
«La vita può cambiare solo se tu sei pronto a cambiarla, questo risultato è solo un' opportunità, un principio da sviluppare, una strada da costruire».
Quindi ha sempre sognato di fare questa professione, non è stato un caso.
«Certo, niente capita per caso, per ottenere qualcosa devi volerlo con tutto il cuore, deve essere la tua passione e da sempre il tuo obiettivo».
È diventato famoso, ha anche preso parte al film “Outing-Fidanzati per sbaglio” di Matteo Vicino con Nicolas Vaporidis. Com'è stato?
«Aver avuto l'opportunità di partecipare a questa produzione è stato molto divertente, un'esperienza diversa, extra e fuori dal normale».
Dopo tutto questo successo è riuscito a mantenere i piedi per terra?
«È fondamentale non montarsi la testa, altrimenti si perde tutto ciò che si è costruito».
L'esperienza più bella all'interno di Masterchef?
«È stato tutto bello, ma la prova in esterna dove abbiamo cucinato la pizza sul lago di Como è stata sicuramente la più divertente».
Il clima tra i concorrenti com'era?
«Si è all'interno di una competizione, c'è molta tensione. Personalmente non l'ho vissuta in modo troppo competitivo, i buoni rapporti che ho creato dall'inizio li ho tenuti fino alla fine».
Vi preparavano alle sfide?
«Non si fa niente più di quello che va in onda. Ognuno va avanti con le proprie capacità e affronta le sfide in quel poco tempo che viene assegnato, altrimenti che gara sarebbe?»
Come cuoco, qual è il suo piatto forte?
«Non c'è un piatto forte, perché tutti i miei piatti devono essere il mio piatto forte. Concentrarsi su una sola specialità significherebbe bloccare la propria fantasia».
Si dice che nella vita ci vuole intelligenza, talento e anche fortuna, condivide?
«Aggiungerei anche l'umiltà e la voglia di crescere e imparare ascoltando gli insegnamenti altrui, ma certamente un pizzico di fortuna è sempre utile».
Per arrivare al cuore di una persona bisogna passare dallo stomaco… potrebbe consigliare una ricetta per chi in cucina è alle prime armi?
«Non esiste una ricetta precisa, ciò che colpisce è l'amore che con cui si prepara qualcosa. Se ci si mette il cuore, non si può sbagliare».
Ilaria Donati della Lunga
III D Liceo Scientifico
“Duca degli Abruzzi”
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