Stallo nelle nomine dell’Autorità portuale, i sindacati: preoccupazione per il futuro del porto di Trieste

I sindacati Cgil lanciano l’allarme sul blocco delle nomine in un momento cruciale per gli investimenti del PNRR e le sfide geopolitiche

È caos sulle nomine per il Porto di Trieste
È caos sulle nomine per il Porto di Trieste

Il blocco nelle nomine delle presidenze delle Autorità di Sistema Portuale (AdSP) rischia di compromettere importanti progetti strategici per il porto di Trieste. A lanciare l’allarme sono la Nccdl Cgil di Trieste e la Filt Cgil Friuli Venezia Giulia, che denunciano il rischio di un ritorno a logiche di “lottizzazione” proprio in un momento decisivo per gli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come i lavori sul molo VII e VIII, e per la complessa situazione geopolitica che coinvolge il porto, tra via della Seta, via del Cotone, dazi e il rilancio del porto franco.


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In una nota firmata da Massimo Marega e Stefano Mauro, i sindacati chiedono uno “sblocco immediato delle nomine” e una continuità nella guida del porto, sottolineando come l’unica strada percorribile sia affidare la gestione a manager pubblici competenti, capaci di garantire la prosecuzione del lavoro svolto finora.

L’assenza di un presidente in carica, sostituito da un commissario con poteri decisionali più limitati, indebolisce infatti l’autorità dell’AdSP e rischia di rallentare decisioni fondamentali. Inoltre, resta aperta la questione della nomina del segretario generale, una prerogativa del presidente essenziale per una gestione autorevole e competente.

Per i sindacati, il nodo centrale rimane lo sviluppo del porto e, di conseguenza, la tutela dell’occupazione, ricordando l’esperienza positiva della gestione D’Agostino-Sommariva.

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