Stava rientrando dal turno di lavoro
GRADISCA. Stava rientrando dal proprio turno di notte alla casa di riposo “Villa San Giusto” di Gorizia Alfonso Nacchia, il 48enne residente a Gradisca d’Isonzo la cui vita si è spezzata,...

GRADISCA. Stava rientrando dal proprio turno di notte alla casa di riposo “Villa San Giusto” di Gorizia Alfonso Nacchia, il 48enne residente a Gradisca d’Isonzo la cui vita si è spezzata, tragicamente, lungo lo stradone della Mainizza. Un tragitto compiuto decine, centinaia di volte, eppure risultatogli fatale. Alfonso Nacchia era di origine campana e precisamente di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno. Viveva nell’Isontino ormai da molti anni, in un appartamento sito in via Bressani, a Gradisca. Lì abitava con la madre. Non era coniugato, né aveva figli. Ha lavorato con la qualifica di Oss (operatore socio-sanitario) in numerose strutture del territorio: dapprima a “Casa Serena” , la struttura gestita dal Comune di Grado presso l’Isola della Schiusa; quindi ad Aiello e, da circa due anni, nella residenza protetta per anziani “Villa San Giusto” del capoluogo. Un operatore serio, disponibile, dal grande senso di responsabilità ed innamorato della propria professione. Così lo descrivono, sgomenti, alcuni ex colleghi. «Sapeva essere estremamente piacevole – racconta, con un sorriso amaro che tenta di cacciare giù le lacrime, un’ex collega di “Casa Serena” – ma al tempo stesso era estremamente riservato, mai invadente. Una persona limpida e con i suoi principi, Amava davvero il proprio lavoro e lo svolgeva quotidianamente con grande passione, nonostante si tratti di una professione estremamente logorante dal punto di vista psicologico. Ma lui sapeva lasciare a casa la stanchezza. Aveva sempre un sorriso per tutti e sempre a cuore la tranquillità degli ospiti. Un operatore esemplare». Grande appassionato di automobili, aveva a lungo inseguito l’acquisto di quella Wolkswagen Golf 6 che ha crudelmente ospitato la sua ultima corsa. E dal racconto commosso dell’ex collega emerge un particolare che oggi suona come un pugno nello stomaco. «Recentemente aveva avuto un piccolo incidente sempre a Gradisca, in viale Trieste – racconta la ragazza –. Ci eravamo ripromessi di ritrovarci per brindare alla riparazione della sua amata Golf».
(l.m.)
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