Stopani e Tedone accusati per la truffa dell'Antica Diga

Avrebbero fatto credere agli acquirenti che c'erano le fognature mentre l'impianto di depurazione era stato messo sotto sequestro

Concorso in truffa. I nomi dell'ex vicecomandante della Capitaneria di Porto, il capitano di vascello Felice Tedone e quello dello skipper Federico Stopani, sono iscritti sul registro degli indagati per questa ipotesi di reato. Le loro abitazioni di Ancona e Monfalcone e rispettivamente Trieste sono state perquisite ieri mattina verso le sette dai militari della Guardia di Finanza.

L'ordine era venuto dal pm Federico Frezza che sta cercando di fare chiarezza su quanto è accaduto nel giugno del 2010 quando erano iniziate le trattative di cessione dello stabilimento e del ristorante dell'Antica Diga tra la "Sailing People" e na "D'Arcano svluppo srl". Secondo gli investigatori Federico Stopani e Felice Tedone che fungeva da "portavoce e mediatore", durante la trattativa avrebbero nascosto allo controparte che sulla diga vecchia non esisteva la fognatura e che il sistema di depurazione della acque era stato posto sotto sequestro nell'ambito di un procedimento penale. Ma non basta. Sergio D'Arcano, Franco Brumat, Francesco Comotti, Bruno Gomisech, Guerrino Lubis, Argeo Romano e Luisa Seppo, sono stati indotti, sempre secondo l'accusa, a far parte dell'inesistente associazione Sailing People, assumendosene i cospicui debiti. Quelli dichiarati raggiungevano quota un milione e 200 mila euro, ma poi si sono rivelati di gran lunga superiori. Inoltre Federico Stopani aveva ottenuto dai compratori, o meglio da chi voleva subentrare nella concessione ottenuta dalla "Sailing People", un contratto di consulenza di 400 mila euro. "Non ho visto un soldo di questa ingente somma che rappresenta quanto personalmente ho investito nella valorizzazione della diga, assieme ai miei familiari" ha spiegato il noto skipper. "Voglio ribadire che la Sailing People era una associazione vera, non fittizia". Per la Procura, al contrario, non ha mai organizzato nè riunioni , nè assemblee ed è quindi inesistente.

La Procura ha sottolineato come l'inagibilità, l'assenza della fognatura e il sequestro dell'impianto di depurazione delle acque hanno reso la diga inutilizzabile. Per riaprirla al pubblico erano e sono ancora oggi ingenti spese di ristrutturazione. Ecco il motivo per cui ai due indagati viene contestato anche l'aggravante di aver provocato un ingente danno patrimoniale. L'inchiesta definisce - dal punto di vista dell'accusa - anche il ruolo svolto del capitano di vascello Felice Tedone che poco più di sei mesi fa ha lasciato la Capitaneria di Porto di Trieste per Ancona. Avrebbe svolto il ruolo di "portavoce e mediatore" nella trattativa perché era interessato "in proprio" a far gestire le attività sulla Diga vecchia da sua figlia o dalla società «Nereide srl" ad essa collegata.

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