Stopani: "Rovinato dalla Diga, vivo con l’aiuto dei genitori"

Lo skipper che ha patteggiato un anno e 10 mesi: «Ho commesso molti errori ma per ingenuità. Romanelli non mi disse del suo coinvolgimento nella Galeon»
Lasorte Trieste 15/05/2007 - Lavori Diga Porto Vecchio - Federico Stopani
Lasorte Trieste 15/05/2007 - Lavori Diga Porto Vecchio - Federico Stopani

Ho perso 400mila euro per valorizzare la Diga vecchia, trasformandola da un relitto pieno di macerie e di “pantigane” in un’isola di relax per la città. Per me questa avventura è finita male: ho dovuto mollare tutto e ora vivo di lavoretti e dell’aiuto dei miei genitori».

Federico Stopani, lo skipper per tre volte campione del mondo, parla per la prima volta della vicenda che oltre ad averlo messo con le spalle al muro economicamente, lo ha costretto a fare i conti con la Giustizia, patteggiando le accuse che gli erano piovute addosso. Un anno e 10 mesi con la condizionale per malversazione e truffa. È questo il prezzo che ha pagato. Il suo progetto è finito in altre mani e la ristrutturazione della diga è quasi compiuta. Lui nel frattempo è uscito di scena.

Stopani, ora di che vive?

Non faccio nulla, sono in attesa di capire cosa potrò fare da grande.

Lei ha 50 anni?

No, uno in meno e ho in tasca una laurea in Statistica che tempo fa avevo messo nel cassetto per amore della vela.

Della vela o della diga?

Sono collegate. Prima ho organizzato la Nation Cup, poi - durante le prove di questo Match Race - Paul Cayard mi ha chiesto cosa fosse quella brutta costruzione abbandonata.

Cosa le disse Cayard?

Cos’è quella porcheria che rovina la bellezza delle rive di Trieste? Perché nessuno la ristruttura e ne fa qualcosa di interessante per la vela?

E lei?

Mi sono buttato. Volevo fondare una scuola di perfezionamento per velisti. Avrei portato a Trieste i grandi skipper. Altri bravi li abbiamo in casa. Volevo anche far nascere in Adriatico un Consorzio di Coppa America. All’epoca c’erano fior di imprenditori pronti a lanciarsi in questa avventura.

Invece?

A Trieste tutti quelli che si fanno avanti per tagliare nastri e farsi fotografare si sono tirati indietro, non solo sulla scuola ma anche sulle altre iniziative. Riccardo Illy si era fatto fotografare accanto a Tutta Trieste; Paris Lippi aveva scelto la Nation Cup per un suo manifesto. Roberto Cosolini ha voluto la diga come sfondo per il suo recente ritratto di candidato sindaco.

Ha mai avuto una tessera di partito in tasca?

Non l’ho mai né chiesta, né avuta anche se mi era stata offerta.

Chi gliel’ha offerta?

Me l’ha offerta An perché era stato pubblicato un articolo che sosteneva che appartenevo a quell’area. Volevano organizzare una conferenza stampa per dare l’annuncio, ma credo fosse uno scherzo...

Quando ha capito di essere rimasto solo e che nessuno sarebbe venuto in suo aiuto?

Quando ho visto che delle 600 persone che avevano partecipato all’inaugurazione mangiando e bevendo a sbafo, solo 50 sono poi ritornate qualche volta sulla diga.

E i guai quando sono iniziati?

Nell’estate 2008 quando il gestore del ristorante della diga Leonardo Formentini se ne è andato, insalutato ospite dopo soli tre mesi di lavoro. Avrei dovuto agire diversamente, ma sono stato troppo buono...

Altri errori ne ha commessi?

Tanti, ma sempre per ingenuità. Ad esempio ho saputo con grande ritardo che Manlio Romanelli era coinvolto indirettamente nella gestione della Galeon srl, l’impresa edile che ha ristrutturato la diga. Lui non me lo aveva detto e l’ho appreso, come altri triestini, dalla rivista Zeno. In precedenza avevo affidato la progettazione della ristrutturazione a una sua società, la Gir. Il progetto serviva per chiedere i finanziamenti alla Fondazione CRTrieste e al Fondo Trieste. Lo ripeto: Romanelli non mi aveva mai detto che era coinvolto nella Galeon.

E l’ultimo sbaglio sulla diga?

Quello di avere affidato il ristorante ai familiari dell’allora vicecomandante della Capitaneria Felice Tedone. Era lui a gestire anche lo stabilimento balneare.

E i Rolex le cui fatture sono state trovare dalla Guardia di finanza?

Erano regali della Sailing People a quei velisti non professionisti che avevano regatato con me a Porto Cervo. L’episodio è antecedente ai finanziamenti per la ristrutturazione della diga, ma seguente ai fondi ricevuti per il progetto.

E adesso?

Adesso molti non mi salutano, sono pieno di debiti e non so che fare.

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