Storica impresa della “Laura Bassi” in Antartide: la rompighiaccio dell’Ogs di Trieste tocca il punto più a Sud mai raggiunto
L'impresa rientra nella campagna oceanografica della 38/a Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide

TRIESTE La nave rompighiaccio italiana «Laura Bassi» dall'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs di Trieste ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da una nave.
L'impresa rientra nella campagna oceanografica della 38/a Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra).
I ricercatori e i tecnici a bordo hanno raggiunto, all'interno della Baia delle Balene, un sito fino a oggi inesplorato che si trova alla latitudine di 78° 44.280' S, il punto più meridionale mai raggiunto nel Mare di Ross in Antartide.

La missione
La nave oceanografica “Laura Bassi”, di proprietà dell’Istituto nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs), ha levato l’ancora dal Canale navigabile di Zaule domenica 13 novembre per la nuova campagna scientifica del Programma nazionale di ricerche in Antartide (Pnra).
A Christchurch la nave è arrivata dopo Natale per poi ripartire a inizio gennaio dopo aver imbarcato ulteriori ricercatori, nuove provviste e altro carburante da portare alla base italiana “Mario Zucchelli”, nel Mare di Ross.
Scopo della missione è effettuare campionamenti nell'ambito di «Bioclever» (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach) un progetto coordinato dall'Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) del Cnr, grazie anche alla collaborazione dell'osservatorio marino MORSea (Università Parthenope). Il record è stato raggiunto nel corso della prima campagna oceanografica dedicata a sette diversi progetti tra attività di lancio e recupero di boe (floating e drifter) alla messa a mare dei «mooring», per studiare le colonne d'acqua e realizzare mappe di aree ancora non cartografate in collaborazione con l'Istituto Idrografico della Marina Militare Italiana. Il rientro al porto di Lyttelton in Nuova Zelanda è previsto per il 6 marzo 2023, mentre quello in Italia è atteso per la seconda metà di aprile.
La “Bassi” in questa missione farà pure da nave frigo: «Installeremo due container frigoriferi a –80, che serviranno per il progetto europeo di carotaggio “Beyond Epica” guidato dal professor Carlo Barbante dell’Istituto scienze polari del Cnr» spiegava prima della partenza.

Si tratta della prosecuzione della campagna di carotaggio partita lo scorso novembre con l’obiettivo di ritornare indietro nel tempo di un milione di anni, alla scoperta delle temperature e della concentrazione dei gas serra del passato. La “Bassi” avrà una responsabilità davvero importante: dovrà imbarcare le “carote” di ghiaccio e portarle in Europa, dove verranno studiate. E l’anno prossimo accadrà il contrario: imbarcherà delle “carote” ricavate dai nostri ghiacciai europei per portarle in Antartide, in modo che si possano conservare anche quando i nostri ghiacciai non esisteranno più.

Il salvataggio lungo il viaggio
Il viaggio verso l’Antartide aveva riservato alla “Laura Bassi” anche un imprevisto drammatico mai successo prima a una nave della ricerca italiana: il salvataggio di nel Mar Ionio di 92 migranti di origine afgana, siriana, egiziana, iraniana e pachistana, alcuni in condizioni di salute critiche, stipati su una barca a vela di 15 metri in balia delle onde e a rischio di affondare.
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