Strascico con rete truccata Peschereccio smascherato

Pescavano a strascico a quattro miglia dalla costa a largo di Primero, nel tratto di mare tra Grado e Monfalcone. Fin qui tutto in regola, peccato però che le reti erano taroccate: era stata infatti...

Pescavano a strascico a quattro miglia dalla costa a largo di Primero, nel tratto di mare tra Grado e Monfalcone. Fin qui tutto in regola, peccato però che le reti erano taroccate: era stata infatti agganciata una “fodera” che rendeva le maglie della rete molto più strette.

È andata male per un peschereccio triestino (non si tratta di quelli di Doz che sono fermi) scoperto da una motovedetta della Capitaneria di porto di Monfalcone. Al comandante è stata inflitta una multa di 4mila euro, sono state sequestrate le reti e le attrezzature di pesca e il pescato (16-18 chili) è stato requisito e donato in beneficenza all’Istituto dei frati di Montuzza che hanno la mensa dedicata ai poveri.

È successo alle sei di mattina di ieri, e in un primo momento, quando la motovedetta ha incrociato il peschereccio che pescava, i militari non si sono accorti subito dell’artificio. La motovedetta infatti per prima cosa ha controllato se il peschereccio che stava pescando a strascico, stava rispettando innanzitutto le regole di distanza. Tutto a posto, l’imbarcazione infatti era a 4 miglia dalla costa. Il comandante della motovedetta ha comunque voluto avvicinarsi e attendere che finisse la prima pescata per vedere se era in regola anche l’attrezzatura. Ed è stato al momento del sollevamento della rete che i militari hanno scoperto il trucco. Quando si è sollevata dall’acqua, carica di pesce, i militari si sono accorti subito che qualcosa non andava.

All’interno del sacco, che di norma deve avere una rete a maglie regolari di 40 millimetri, era stata applicata una fodera (si chiama anche veste) con maglie molto più strette, circa 18 millimetri. Una pratica vietata assolutamente visto che riduce la selettività e permette di tirare su anche pesce piccolissimo, spesso giovane. Il carico, circa 16-18 chili (era in realtà la prima pescata) è finito sul fondo della barca: seppie, menole e molte mazzancolle.

L’equipaggio della motovedetta, scoperto l’illecito, ha subito bloccato l’attività del peschereccio. Come prima cosa è stata contestata al comandante l’infrazione ed è stata inflitta la multa di 4mila euro. Decurtati anche 4 punti dalla licenza e dal titolo professionale di comandante di unità da pesca. Poco dopo la stessa motovedetta ha scortato l’imbarcazione fino a Trieste dove è ormeggiata, sul molo dove ci sono anche le altre imbarcazioni che praticano la pesca a strascico (sei in tutto). Una volta a terra sono state raccolte reti e attrezzature di pesca e sono state sequestrate dopo aver coinvolto la Capitaneria locale. Chiamata sul molo anche l’Azienda sanitaria che ha controllato la salubrità del pesce prima di donarlo ai frati di Montuzza. Era dal 2011 che la Capitaneria non “beccava” un peschereccio con le reti truccate. (g.g.)

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