Svaligiata un’oreficeria di Sistiana: cosa sappiamo sul colpo da 100mila euro
I ladri hanno tagliato le inferriate con la flex e poi abbattuto due pareti per sventrare la cassaforte

«Hanno devastato la cassaforte e il laboratorio, hanno fatto un disastro e hanno rubato veramente di tutto». La voce è quella della triestina Elisabetta Monti, 47 anni. La sua oreficeria, “Elisabetta”, situata nella zona centrale di Sistiana accanto alla banca e alla posta, è stata svaligiata venerdì sera da due individui.
La titolare se n’è accorta il mattino successivo, sabato. Non un semplice furto, ma qualcosa di molto ben architettato. Dietro al colpo, ne sono convinti gli investigatori della Squadra mobile e della Polizia scientifica che stanno indagando, ci sono mani esperte. Sono spariti gioielli e oro per un valore stimato attorno ai cento mila euro.
I ladri sono entrati dalla finestra. Hanno tagliato con la flex l’inferriata protettiva, hanno divelto le serrande e aperto la doppia chiusura della finestra. Poi hanno fatto irruzione all’interno del laboratorio orafo, puntando alla cassaforte. Ma in un primo momento non sono riusciti a forzarla. E allora, senza farsi problemi, hanno abbattuto l’intero muro.
«Non ce l’hanno fatta ad aprirla davanti – spiega ancora la commerciante – quindi hanno demolito due pareti per poi sventrare la cassaforte da dietro usando la fiamma ossidrica e la flex. Il danno è ingente, personalmente sono davvero molto provata».
I malviventi hanno rubato gioielli e soprattutto oro, puro e legato. «Tutti i risparmi di una vita, cioè di venticinque anni di professione» – spiega la titolare. «Molto materiale appartiene ai miei clienti e questa è la cosa che mi addolora di più».
Le telecamere dell’oreficeria hanno ripreso praticamente l’intero colpo. L’allarme non è scattato – su questo andranno compiuti accertamenti – e quindi i due individui hanno avuto tutto il tempo che volevano per arraffare ciò a cui puntavano.
Gli ambienti dell’oreficeria sono stati ricavati da una parte della banca. Quindi quell’area può contare anche sui sistemi di sicurezza dell’istituto di credito.
«Il fatto che l’allarme del mio laboratorio orafo non abbia funzionato mi fa molta rabbia», confida la signora Monti. «Io non lo avevo disinserito quindi vuol dire che il sistema ha avuto problemi. Ciò ha consentito ai ladri di sventrarmi il laboratorio e di agire indisturbati. Per il mio allarme avevo speso un sacco di soldi... Non so come si sia potuto verificare questo guasto».
I due individui si muovevano con una certa circospezione, come si evince dalle immagini. Fotogrammi che confermano come i due fossero del mestiere, insomma: erano vestiti di nero, indossavano guanti ed erano incappucciati.
Flex, attrezzi da scasso, volti travisati. Abili professionisti, dunque. «I filmati ci sono, ma queste persone sono irriconoscibili – osserva ancora la quarantasettenne – sinceramente non so se la Polizia riuscirà a individuarli». Peraltro l’oro rubato in genere viene fuso e quindi si perde la possibilità di rintracciarlo.
È la prima volta che il laboratorio orafo di Elisabetta Monti viene svaligiato. «Non era mai successo prima – conferma la titolare – io lavoro qui a Sistiana centro da quindici anni e da tre mi sono spostata in questa nuova struttura».
La quarantasettenne era passata in oreficeria proprio la sera stessa del furto, attorno alle 21.30. «Mi volevo proprio accertare che l’impianto di allarme funzionasse», precisa lei. Stando alle registrazioni video i ladri hanno colpito dalle 22.30 in poi.
Oltre all’entità del furto la commerciante triestina ora deve far fronte anche ai danni, in particolare proprio il muro abbattuto, la cassaforte sventrata, la finestra distrutta e gli attrezzi da lavoro rovinati. Il valore preciso sarà quantificato in fase di perizia. —
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