Svuotato a Sesana il conto del morto

Avvisata la madre dell’esistenza dei soldi, la banca ne ha constatato la sparizione
di Claudio Ernè
Un nuovo mistero nel ”giallo” irrisolto della duplice morte di Massimiliano Lisini e della sua amica Andrea Dittmerova. Lo scorso 3 settembre qualcuno ha ripulito il conto corrente che il giovane pianista aveva acceso da molti anni nella sede di Sesana della Ljublianska Banka. Massimiliano Lisini non può averlo fatto perché il 3 settembre 2008 era già morto da ben 14 mesi: era stato trovato cadavere il 17 luglio 2007 in un prato di Monte Grisa, all’interno della «Lancia Lybra» prestatagli dal suo amico Massimiliano Campisi.


Il corpo di Andrea Dittmerova, una giovane ballerina giunta a Trieste dalla Repubblica ceca per trascorre un breve periodo di ferie assieme a Massimiliano Lisini, era invece stato trovato poche ore più tardi nell’abitazione di quest’ultimo, al terzo piano dello stabile di piazzale Capolino 4, sulla strada che collega Sottolongera a Longera. Le finestre dell’appartamento erano sigillate col nastro adesivo ed il cadavere della ragazza era in avanzato stato di putrefazione, disteso sul letto.


La chiusura del conto corrente appare ancora più inquietante se si confrontano le date dell’emersione della notizia della morte di Massimiliano Lisini e quella di quest’ultimo accesso al deposito bancario. La morte del pianista è diventata pubblica il 30 agosto 2008 con la pubblicazione di un articolo su questo quotidiano. Il duplice decesso era stato infatti tenuto rigorosamente coperto dai carabinieri e dalla Procura della Repubblica per più di un anno: nessuna notizia, nessuna comunicazione, nessun avviso mortuario.


Anche i campagni di partito del pianista che aveva militato per anni nella Lega Nord ed era stato anche revisore dei conti della sezione triestina del movimento, erano rimasti all’oscuro della sua tragica fine. Tutto top secret. Quando invece la notizia è emersa pubblicamente e con un certo fragore il conto corrente è stato ripulito nel breve spazio di 72 ore. Tre giorni.


«Non sappiamno chi si sia presentato allo sportello: non sappiamo nemmeno in base a quali poteri o deleghe. Proprio per questo ho chiesto precise informazione ai funzionari della Ljublianska banka» spiega l’avvocato Damjan Terpin di Gorizia che assiste in Slovenia la mamma del pianista trovato cadavere a Monte Grisa. La signora Mafalda Orel che abita a Monfalcone in Largo Fontana non sapeva dell’esistenza in Slovenia del conto corrente del figlio.


Glielo ha comunicato la stessa banca quando la notizia della morte è emersa. Sta di fatto che nelle stesse ore qualcuno si è presentato allo sportello e compiuto l’operazione. Il conto ora è vuoto: quanto avesse contenuto nè l’avvocato, nè la madre del pianista lo sanno; Certo è che faranno di tutto per chiarire anche questo mistero.


Per il pm Giorgio Milillo è stato Massimiliano Lisini ad uccidere Andrea Dittmerova nella propria abitazione: poi si sarebbe suicidato a Monte Grisa all’interno della vettura prestatagli da Massimiliano Campisi. Per questo motivo il magistrato ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta. Al contrario la mamma del pianista non crede a questa tesi e ritiene che gli inquirenti debbano indagare ancora su quello che appare alla luce di molte circostanze un duplice delitto. Nemmeno Massimiliano Campisi ritiene che il suo amico si sia suicidato dopo aver ucciso l’amica. «Anch’io ho molti dubbi sulla tesi dell’omicidio-suicidio. Fino a un paio di giorni fa avevo pensato a una disgrazia, a una lite finita male. Quanto sta emergendo mi costringe a rivedere tutto, forse anche a cambiare idea».


La procura e l’avvocato Giovanni Di Lullo che assiste la signora Mafalda Orel, si confronterranno in udienza il 2 dicembre prossimo davanti al prensidente del gip Raffaele Morvay. Archiviazione o ordine di proseguire l’indagine?

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