Tagli in ospedale, a Trieste parte la raccolta firme

Il Comitato di difesa della sanità triestina in piazza. Il primario Gambardella: «Da fine agosto addio all’unica chirurgia»
L'ospedale di Cattinara
L'ospedale di Cattinara

TRIESTE. Riforma sanitaria regionale, il depauperamento c’è. Eccome. Lo denuncia, in conferenza stampa, il Comitato cittadini difesa sanità triestina, non nascondendo la preoccupazione per l’impatto dei «tagli previsti». Laura Stabile, segretario regionale Anaao - AssoMeD, va dritta al punto: «I reparti ospedalieri di Trieste per cui è prevista la soppressione sono quattro: medicina d’urgenza (di cui Stabile è direttore, ndr), prima chirurgica, ortopedia e una medicina, anche se non sappiamo ancora con sicurezza quale. È quindi fuorviante parlare di tagli alle poltrone perché i tagli colpiscono risorse e servizi».

Fvg, i primari ospedalieri sulle barricate
Un medico in un'immagine di archivio

La riprova? Eccola, risponde Stabile: i tagli dei posti letto, decisi dalla Regione con la delibera del 30 dicembre 2014, riducono complessivamente quelli ordinari di Cattinara e Maggiore di 156 unità passando da 764 posti a 608. Gli attuali posti letto per il Day Hospital di Cattinara e Maggiore scendono da 79 a 44 con una riduzione di 35 unità.

Bruno Gambardella dà man forte. Ma, prima, fa una premessa: non c’è alcun interesse personale nelle sue affermazioni posto che fra due mesi non sarà più il primario della struttura complessa prima chirurgica per raggiunti limiti d’età. Gambardella andrà infatti in pensione, dopo 43 anni di servizio, il 31 agosto con la spada di Damocle della riforma del sistema sanitario regionale sull’unico reparto di chirurgia generale ospedaliero dell’Azienda triestina.

Bruno Gambardella
Bruno Gambardella

«Razionalizzazione è una parola terribile dietro cui negli anni più recenti si sono nascoste azioni che hanno toccato in misura pesante soprattutto le professionalità ospedaliere. Penso al fatto che storicamente c’erano tre reparti di chirurgia ospedaliera e tra pochi mesi non ce ne sarà più nemmeno uno. Credo che questo la dica lunga sul fatto che a sparire non sono dei doppioni ma delle strutture complesse uniche come medicina d’urgenza, uno dei fiori all’occhiello dell’azienda ospedaliera».

La preoccupazione di Gambardella è per il trend dato dalla Regione all’Azienda ospedaliera di Trieste. L’assessore regionale alla Sanità Maria Sandra Telesca ha recentemente dichiarato che «non è un provvedimento contro i medici, anzi è nell’interesse del miglioramento della loro professionalità». Ma il primario non ci sta: «Dal 1999, da quando cioè è stata introdotta la commissione infezioni ospedaliere, la Prima chirurgica, che oggi è il reparto che si vuole sopprimere per premiare le migliori competenze e professionalità, ha il più basso tasso di infezioni post chirurgiche».

Maria Sandra Telesca
Maria Sandra Telesca

«Un altro dato significativo è quello del numero dei pazienti che rientra in sala operatoria nell’immediato, per una complicanza post-chirurgica: ebbene per la prima chirurgica il dato è praticamente pari allo zero. Ma non è così dappertutto». Esplicito l’invito di Gambardella a Telesca: «Valuti e acquisisca i dati reali della morbilità e mortalità post operatoria prima di decidere quale chirurgia chiudere perché questi dati potrebbero farle cambiare idea».

Gambardella denuncia infine che «l’azienda mista di Trieste diventa oggi di fatto un policlinico universitario, solo in parte controllato e controllabile dall’assessorato alla Sanità, perché si creano delle aree grigie di competenze giurisdizionali, oltre al fatto che la nomina del direttore generale dovrà essere condivisa con l’Università e sarà dunque condizionata nella gestione dell’andamento dell’ospedale. Assai difficile, inoltre, un controllo adeguato della spesa».

Pressing per i quattro primari mancanti
Stethoscope

La paura è che le esigenze saranno didattiche invece di rispondere ai bisogni dei cittadini. In poche parole, la domanda è come si coniugheranno le finalità di ricerca e didattica con quelle di assistenza? I cosiddetti doppioni al di là del mero dato economico non servono forse a stimolare a fare meglio? In altre parole, cosa succede dove non c’è concorrenzialità?

Il Comitato cittadini difesa sanità triestina vuole vederci chiaro e già oggi sarà presente con un banchetto all’inizio di viale XX settembre vicino ai portici e domani all’angolo tra via Dante e via San Nicolò per una raccolta firme. L’auspicio è che la Regione riveda i tagli ma soprattutto corregga i criteri in base ai quali verranno effettuati, perché non si vuole che a sparire siano le eccellenze.

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