Fvg, i primari ospedalieri sulle barricate

L’Anaao Assomed: «I tagli colpiranno solo noi e non gli universitari». L’Ordine dei medici: «Qualità dell’assistenza minata»
Un medico in un'immagine di archivio
Un medico in un'immagine di archivio

TRIESTE. «I tagli riguarderanno esclusivamente reparti e servizi ospedalieri». I medici del Servizio sanitario regionale tornano alla carica sull’annunciata riduzione dei premiariati. Si dicono certi di un verdetto già scritto a tutto vantaggio delle strutture dirette dai colleghi universitari. Contestano duramente un progetto regionale «che fa emergere la non conoscenza delle basi dell’organizzazione del lavoro in equipe».

Dopo il botta e risposta con l’assessore regionale alla Sanità Maria Sandra Telesca, la segretaria Fvg di Anaao Assomed (il sindacato più rappresentativo, 400 iscritti, della dirigenza medica e sanitaria del Ssr), Laura Stabile, ritorna polemicamente sull’annunciata guerra ai doppioni della giunta: nel triennio verranno sacrificate 76 strutture complesse delle attuali 288, una quarantina già scoperte. A essere “tagliati” saranno solo i primari ospedalieri? «Preoccupazione infondata – ripete Telesca –. Non penalizzeremo nessuno, faremo solo emergere le migliori competenze in un’organizzazione che privilegi l’integrazione e la pari dignità tra le componenti professionali». L’auspicio, aggiunge l’assessore, «è di una maggiore collaborazione e di una minore conflittualità tra ospedalieri e universitari proprio nell’interesse dei pazienti».

Concetti già espressi che non convincono il sindacato. «Quando si parla di taglio dei primari – dichiara Stabile – la riduzione prevista è di strutture, posti letto e servizi, non di privilegi e potentati come si vorrebbe suggerire. Anzi, se mai dovessero esistere baronie in regione, saranno verosimilmente mantenute, perché i tagli riguarderanno solamente le strutture ospedaliere». Quanto al tema dei doppioni appunto tra ospedale e università, prosegue Anaao Assomed, «è sbagliato pensare allo sdoppiamento di reparti che hanno le stesse funzioni». Al contrario, «la mission dell’ospedale è di fornire le cure ai cittadini, mentre quella dell’università consiste nella didattica e nella ricerca». Il fatto che, secondo la normativa nazionale, l’università «abbia in gestione, quindi diriga, l’assistenza, intesa come reparti e servizi, necessaria per esercitare le proprie funzioni», può avere ripercussioni rilevanti: «Il direttore universitario di un reparto di degenza e la sua équipe potrebbero non avere interesse a occuparsi di patologie anche molto frequenti, per le quali c’è grande necessità di cura e assistenza, e dedicarsi invece a malattie più rare, che rappresentano competenza e interesse didattico e scientifico del loro istituto».

I primari contestano i tagli della Regione Fvg
Un medico in un'immagine di archivio

Di qui l’opportunità, prosegue Stabile, che «l’universitario diriga un piccolo centro specialistico, mentre le cure necessarie per i cittadini vanno fornite dall’ospedale. Ed è per questo indispensabile che vi sia una struttura diretta da un dirigente ospedaliero». Quello che Anaao però sospetta è che «i tagli riguarderanno esclusivamente reparti e servizi ospedalieri, o comunque del Ssr. Ma non solo: l’unificazione con le aziende territoriali permetterà all’università di estendere la propria influenza, e le carriere e gli interessi dei professori e ricercatori universitari, al territorio che fa riferimento ai due maggiori ospedali Fvg. Visto anche il depauperamento delle funzioni degli ospedali di rete e la chiusura di alcuni presidi, si sta prevedendo in pratica la clinicizzazione del Ssr facendo quindi dipendere la sanità pubblica da un’istituzione, l’università, caratterizzata da mission e interessi diversi».

A ribattere a Telesca è anche l’Ordine dei medici. «Non siamo certo noi a provocare guerre e rivalità, né ad alimentarle, mentre l’attuale giunta ha operato scelte di campo ben lontane dalla difesa della qualità dell’assistenza e dal perseguimento della sostenibilità del Ssr», dichiarano il presidente udinese Maurizio Rocco e il segretario generale della federazione nazionale Luigi Conte. Pietro Fontanini, presidente della Provincia di Udine, visti i numeri della riforma, ne fa pure una questione territoriale: «Quando c’è da tagliare è Udine a essere la più penalizzata mentre a Trieste la mano è sempre più leggera».

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