Tanto ricchi da diventare obesi e malati

Questa è la curiosa storia di Nauru, un’isola di solo 21 km quadrati nella Micronesia, in mezzo all’Oceano Pacifico, la più piccola repubblica al mondo. Quando i progenitori polinesiani e melanesiani la raggiunsero con le loro canoe, trovarono un territorio incontaminato di palme, spiagge e mare. Iniziarono a vivere di una vita energetica, fatta di pesca e piccola agricoltura. Ma Nauru è anche terra ferma per gli uccelli che attraversano l’Oceano Pacifico; nella sua zona centrale, da migliaia di anni, mentre la sorvolano, vi depongono i propri escrementi. Grazie a questi depositi biologici, gli europei che colonizzarono l’isola all’inizio del ‘900 vi trovarono le più estese miniere di fosfati organici al mondo, e iniziarono a sfruttarle. I nauriani divennero talmente prosperi che smisero di lavorare e cominciarono a vivere in case lussuose, mangiando esclusivamente cibo occidentale. Quando Nauru divenne indipendente nel 1968, era di fatto il Paese più ricco al mondo.

Ma il repentino cambiamento di stile di vita ha reso Nauru anche il Paese al mondo con la più alta percentuale di individui obesi (più del 70%), con un peso medio di circa 100 kg per persona. E anche il luogo con il tasso più alto di diabete, più del 45% dopo i 55 anni. Il Paese più ricco al mondo, insomma, si è trasformato anche in quello con la più breve aspettativa di vita.
La storia di Nauru sposa in pieno una teoria genetica vecchia di più di 50 anni, quella del “genotipo frugale”. Nel corso dei millenni scorsi, gli antenati dei nauriani avrebbero convissuto con la scarsità di cibo: impossibilitati a coltivare estensivamente il suolo a causa dei depositi di fosfati, costretti a vivere di pesce, frutta, radici e noci di cocco, sottoposti alla fame durante il dominio giapponese durante la guerra, nei nauriani si sarebbero selezionati dei geni in grado di tesaurizzare qualsiasi minima fonte di energia proveniente dai cibi. Esposti a una dieta di tipo occidentale, enormemente più ricca di calorie, grassi e zuccheri raffinati, gli stessi geni avrebbero fatto diventare i nauriani obesi e diabetici.
Come finirà questa storia non è dato di sapere. Da quando l’industria dei fosfati è entrata in crisi intorno al 2000, Nauru ha cercato di reinventarsi come paradiso bancario offshore, ma è finita nel 2005 sul libro nero della World Bank. Ora il 90% degli abitanti è disoccupato e l’isola dipende dall’aiuto finanziario dell’Australia, che la usa, non senza polemiche, per ospitare gli emigranti che non vuole sul proprio territorio. Se la crisi costringerà i nauriani a riportare indietro l’orologio e riprendere le vecchie abitudini alimentari, anche obesità e diabete potrebbero sparire.
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