Teatri, stipendi trasparenti E Calenda supera Orazi

Pubblicità agli stipendi “teatrali”: si devono dichiarare i compensi di soprintendenti, direttori e amministratori, o il finanziamento dello Stato ai teatri (Fus) non arriverà. Una nuova legge (33 del 2013) firmata dal ministro dei Beni culturali Massimo Bray spinge ancora, e soprattutto “anche” in questo campo, sul pedale della trasparenza. Fondi pubblici? Allora si tratta di enti pubblici e come tutti gli altri devono mettere in pubblico la paga mensile. Un’altra ondata di “spiatine” è dunque autorizzata, e del resto niente di male: il portafoglio della Cultura si fa sempre più vuoto ma nello stesso tempo tira fuori altri soldi ad esempio per i lirici in difficoltà, affinché traguardino il confine della sopravvivenza. Come sta accadendo al Verdi di Trieste, dove si scopre che il soprintendente (ex commissario) Claudio Orazi non deve aver tagliato solo i premi di produzione a orchestrali e dipendenti, ma pur assommando nella sua persona anche l’incarico di direttore artistico si trova con un compenso annuo lordo di 105 mila euro, che paragonato (se mai paragone si può fare) con quello dell’uscente Stéphane Lissner alla Scala è di un quinto. Lissner percepisce 507 mila euro, e 250 mila si prende Francesco Girondini all’Arena di Verona, mentre alla Fenice Cristiano Charlot dichiara 167 mila euro. Poi ci sono anche altri stipendi, naturalmente. Al Verdi il direttore operativo Antonio Tasca e il responsabile del Personale Fulvio Lizzul sono a 90 mila euro annui, il responsabile dell’area artistica Paolo Rodda a 50 mila, il direttore del coro Paolo Vero e il responsabile degli allestimenti Pier Paolo Bisleri entrambi a 78 mila.
Spostiamoci sul sito del Teatro stabile Rossetti. Il direttore Antonio Calenda supera Orazi, con 144.527 euro, ma supera anche i 120 mila euro che Luca Ronconi prende come consulente al Piccolo di Milano. Il direttore organizzativo Stefano Curti è pagato 80 mila euro l’anno mentre il direttore amministrativo (Maura Catalan) e il direttore di produzione (Roberta Torcello) sono a 63 mila. Sempre lordi.
Allo Stabile privato La Contrada chi risulta meglio stipendiato è il direttore organizzativo Diego Matuchina, ex ufficio stampa, il cui compenso raggiunge i 42 mila euro, mentre il direttore artistico, il regista Francesco Macedonio, ha un “fisso” di 24.640 euro e Livia Amabilino per il ruolo di amministratore unico ritira solo 10.600 euro.
Il Teatro stabile sloveno non sembra essersi aggiornato con una sezione Amministrazione trasparente, l’unica notizia ricostruibile è che il direttore artistico Diana Kolojni nominata nel luglio 2012 fino al dicembre 2013 ha incassato per contratto 45 mila euro, avendone a disposizione 9000 per spese documentate. Il bando per il nuovo contratto (valevole fino al maggio 2016) rinnova anche lo stipendio: 45 mila euro annui. Negli scorsi giorni l’assemblea dei soci ha nominato un nuovo Consiglio di amministrazione di cui sarà presidente per un triennio Breda Pahor (senza compenso).
Quanto al Teatro nuovo Giovanni da Udine, che è comunale e gestito da una Fondazione sostenuta dagli enti locali (Regione compresa) non avrebbe obbligo, ma pubblica i compensi di direttori e consulenti (questo Cda, come quelli dei teatri di Trieste, agisce a titolo gratuito). Ecco anche queste cifre: 69.417 al direttore amministrativo, 30 mila al soprintendente e direttore artistico per i settori musica e danza, altrettanti al direttore artistico che segue la prosa, 18 mila all’ufficio stampa.
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