Tensione alle stelle nelle sedi dell’Inps tra via vai di vigilantes e codici d’emergenza

IL CASO
Violenze verbali, pugni battuti sulle scrivanie, minacce al personale anche attraverso i social media. Da quando, all’inizio dell’anno, la competenza delle liquidazioni dei contributi regionali di sostegno al reddito sono passati dal Comune di Trieste all’Inps, l’atmosfera negli uffici al piano terra di via Sant’Anastasio è cambiata. Peggiorando ulteriormente nel momento in cui in quegli spazi, ad aprile, è stato aperto anche uno sportello integrato Inps-Comune che cerca di dare risposte puntuali a quanti attendono, anche per mesi, l’erogazione del bonus antipovertà. Da allora la tensione è salita e tra i dipendenti serpeggia la preoccupazione. Quello sportello, l’integrato, è aperto solo il venerdì, ma chi è in difficoltà non guarda il calendario, e bussa a quella porta anche in altre giornate pur di avere garanzie dell’imminente arrivo del denaro.
Gli uffici dell’Inps aprono al pubblico alle 8.30 ma, soprattutto il venerdì, già alle 7.30 qualcuno si mette in fila. La sede triestina dell’istituto di previdenza ad aprile, oltre che su una guardia giurata, il venerdì poteva far leva anche sulla presenza costante delle forze dell’ordine. Stazionavano davanti all’Inps una o due unità di carabinieri, polizia o guardia di finanza. Poi si è deciso per l’ingaggio di una seconda guardia giurata che però nei mesi è stata tolta.
Oggi, malgrado le pressioni della direzione locale su quella nazionale per riottenere la seconda guardia giurata e anche la sistemazione di vetri blindati a difesa dei lavoratori al piano terra più esposti al contatto con il pubblico, con chi chiede informazioni sugli ammortizzatori sociali, le richieste sono state disattese. Gli stessi sindacalisti interni hanno evidenziato delle necessità.
I dipendenti hanno paura. Per far fronte alle loro esigenze, è stata intanto data la possibilità a tutti gli operatori di chiamare direttamente le forze dell’ordine qualora ne ravvisino la necessità. Inoltre, nella sede locale di Inps è stato adottato un altro stratagemma che garantisce un intervento immediato della guardia giurata: l’operatore allo sportello che si trova difronte a un’emergenza, che si accorge delle non buone intenzioni di un utente, che teme reazioni non idonee, violente, può digitare rapidamente un codice sul telefono fisso della sua scrivania. A quel punto, la guardia giurata, da qualsiasi punto dell’edifico in cui si trova, riceve indicazione immediata della chiamata di aiuto e della postazione che ne ha fatto richiesta.
Basta scorrere i post e i messaggi pubblicati su alcuni gruppi social che riuniscono i cittadini che usufruiscono di queste misure di sostegno al reddito, per accorgersi dei toni e delle parole che si scagliano nei confronti del personale e dei dirigenti degli enti e delle istituzioni che gravitano attorno al sistema messo a punto per l’erogazione dei bonus antipovertà.
Va anche considerato che tra chi usufruisce di queste misure ci sono anche diverse persone con conclamate fragilità mentali, con situazioni familiari-limite. E quando a queste persone viene a mancare quanto promesso, talvolta l’esasperazione e la disperazione si trasformano in maleducazione e violenza. Intanto, in via Sant’Anastasio in questi giorni si stanno già moltiplicando le richieste per accedere al “Reddito di cittadinanza”. —
L.T.
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