Tensione Serbia-Croazia: gli auguri con la testa mozzata

Polemica per il gesto del figlio di un deputato croato in occasione del Natale ortodosso
Andrej Plenkovic, primo ministro croato
Andrej Plenkovic, primo ministro croato

BELGRADO Nuova polemica politica fra Serbia e Croazia, suscitata questa volta dalla iniziativa del figlio di un noto deputato croato di fare in maniera odiosa e inaccettabile gli auguri ai serbi per il Natale ortodosso, celebrato il 7 gennaio. Ivan Djakic, 22 anni, figlio di Josip Djakic, deputato del partito conservatore Hdz al governo di Zagabria, ha postato su Facebook una foto che ritrae una persona con i simboli ustascia e con in mano la testa decapitata di un serbo. Accanto alla foto la scritta "A tutti gli "amici" serbi Buon Natale!".

La cosa ha provocato sdegno e condanna a Belgrado e fra la comunità serba di Croazia, che hanno stigmatizzato l'iniziativa del giovane, una conferma - è stato sottolineato - di quanto le posizioni neofasciste e antiserbe siano ancora molto vive in Croazia.

Dopo le proteste, è giunta la condanna del governo croato, che ha definito inaccettabile tali iniziative permeate di odio etnico e intolleranza. Lo stesso Ivan Djakic, che è stato interrogato dalla polizia, si è poi scusato affermando che non intendeva offendere nessuno nè diffondere parole di odio. Ad appesantire l'atmosfera mai idillica tra Belgrado e Zagabria ha contribuito lo stesso premier croato Andrej Plenkovic. In un episodio separato, il premier - presentatosi presso la sede della comunità serba per fare gli auguri per il Natale ortodosso - ha elogiato apertamente Franjo Tudjman, il defunto presidente considerato dai croati un eroe, padre e fautore dell'indipendenza del Paese, ma che a Belgrado è visto come il principale responsabile delle persecuzioni e campagne antiserbe.

Argomenti:balcani

Riproduzione riservata © Il Piccolo