Terex: «Con Cimolai i nostri ex dipendenti torneranno al lavoro»

Soddisfatto il vicepresidente Gentilini della cessione: «Questa vendita dovrebbe offrire prospettive di sviluppo»
Di Giulio Garau
Altran Monfalcone-30.08.2011 Consegna gru Terex e protesta-Terex-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-30.08.2011 Consegna gru Terex e protesta-Terex-Monfalcone-Foto di Katia Bonaventura

«La cessione dello stabilimento Terex alla Cimolai dovrebbe offrire prospettive di sviluppo industriale nel sito, così come potenziali opportunità di lavoro nella zona, includendo i nostri dipendenti in cassa integrazione». È la stessa Terex, attraverso le parole del vice presidente per i progetti di integrazione di business per Terex Cranes, Marco Gentilini, a lanciare l’auspicio che i circa sessanta dipendenti che lavoravano nell’azienda che realizzava al Lisert le gru per i porti internazionali, e lasciati a casa dopo la chiusura dell’azienda, ritornino a lavorare nello stesso stabilimento. Il numero di occupati previsto a Monfalcone è di circa 140 persone, ben oltre il numero dei licenziati dalla Terex e ora, come ha ribadito più volte la stessa Cimolai la loro riassunzione «dipenderà dalla loro professionalità».

Per quanto riguarda l’investimento la Cimolai ha già annunciato le sue mosse: 22 milioni di euro totali, 13 per il sito e il resto per i macchinari. E si tratta della prima mossa, per il futuro le indiscrezioni parlano di un nuovo impegno per altri 10-11 milioni. Un sito che realizzerà lavorazioni meccaniche ad alto contenuto tecnologico ed elevata precisione oltre ad elementi strutturali di grandi dimensioni che potranno essere trasportati via mare.

Non poteva esserci finale migliore per l’azienda che è stata riattivata, lo sottolinea anche Gentilini, «dopo meno di un anno dalla chiusura». Un accordo di vendita perfezionato il 30 agosto con la Imc Spa di San Giorgio di Nogaro del Gruppo Cimolai. «Siamo estremamente soddisfatti per la vendita di questa struttura al Gruppo Cimolai, società che ha radici forti nella regione nel settore manifatturiero - aggiunge il vice presidente - Gli straordinari sforzi intrapresi da Terex con questa operazione speriamo possano servire ad aiutare vi dipendenti interessati dalla chiusura e a trovare nuovi posti di lavoro e la comunità locale possa beneficiare di questo».

Il percorso di chiusura della Terex è stato difficile, delicato e doloroso ma «Terex - ribadisce Gentilini - ha lavorato diligentemente con i rappresentanti sindacali per ridurre al minimo l'impatto sui lavoratori. Abbiamo messo a disposizione misure di supporto finanziario, di formazione, di assistenza per la ricollocazione e creato network sul territorio per aiutare al meglio i nostri dipendenti. Negli ultimi 11 mesi il 90% dei dipendenti e’ uscito definitivamente dall’azienda, alcuni di loro trovando un nuovo impiego anche nel Gruppo Cimolai. Pur essendo una società globale, pensiamo a livello locale e valorizziamo l'importanza di ogni dipendente e della comunità in cui vive».

«Fin dall'inizio - conclude il vice presidente - Terex aveva l’obiettivo di lavorare con un potenziale acquirente che potesse conservare, se non aumentare, il livello di occupazione nel territorio locale. Noi crediamo che il Gruppo Cimolai abbia le caratteristiche per favorire tutto questo». Terex aveva puntato molto sullo stabilimento che gode di una posizione strategica di alto valore, accanto al mare e agli snodi ferroviari e autostradali. Ma non è bastato. «Avevamo acquisito il sito di Monfalcone nel 2009, quando - ricorda Gentilini - ha rilevato il produttore di attrezzature portuali Fantuzzi. Nel periodo in cui Terex ha inglobato le attività Fantuzzi, l'impianto di Monfalcone era in difficoltà a causa delle basse quote di mercato e del mutamento delle condizioni dello stesso. Pertanto la stagnazione continua del business delle attrezzature portuali pesanti ha portato alla chiusura dello stabilimento».

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