Terre da scoprire: giovedì in omaggio con Il Piccolo l’inserto con quindici itinerari adatti a tutti in Friuli Venezia Giulia

TRIESTE Le trincee del Monte Hermada, dove un secolo fa infuriava la Grande guerra, l’ultimo baluardo austriaco a difesa di Trieste dove i soldati vivevano in grotte e caverne che oggi, nel folte del bosco, possono essere visitate per chi si avventura fra quei sentieri. Oppure, alle spalle di Gorizia, un altro luogo storico come l’Ossario di Oslavia, fra le colline del Collio, dove oggi si snoda la strada della Ribolla, per amanti di vini e della natura. Oppure il paesino di Topolò, al confine con la Slovenia, borgo diventato meta di artisti girovaghi. O ancora, i pascoli alpini del Montasio, le steppe “asiatiche” del Magredi, il sentiero degli alberi “che fanno musica” in Val Saisera, il Cammino delle Pievi in Carnia, una specie di piccolo cammino di Santiago. E poi le oasi naturali della Foce dell’Isonzo, la via delle Rogge che partendo da Udine percorre secoli di storia per domare le acque, e le risorgive della Bassa Friulana. Il Friuli Venezia Giulia è una terra dai mille volti, uno dei pochi luoghi in Italia e forse in Europa che consentono in tempi e spazi ridotti di passare dalla pianura alle montagne, dai laghi al mare, dalle colline egli orridi scavati dalle acque. E, naturalmente, una terra ricchissima di storia, di arte, di cultura, in una natura contraddistinta da una straordinaria biodiversità.
Giovedì 1 luglio, i lettori troveranno gratis con “Il Piccolo” e il “Messaggero Veneto” l’inserto “Terre da scoprire”, una guida di quindici itinerari escursionistici suddivisi fra le quattro province del Friuli Venezia Giulia - Trieste, Udine, Gorizia e Pordenone - adatti a chiunque, a piedi oppure, dove si può, in bicicletta. L’idea è di proporre una scelta di facili escursioni - che possono poi essere variamente combinate - per scoprire, riscoprire o soltanto gustare luoghi del Friuli Venezia Giulia di particolare bellezza e originalità, spesso con proposte del tutto nuove. Come la “Via dell’Ovovia”, un facile percorso che unisce il Carso triestino al mare seguendo i ricorrenti, bizzarri e per fortuna mai realizzati progetti (alcuni risalgono ai primi decenni del Novecento) di collegare con una funivia il lungomare triestino al ciglione carsico. Oppure la “Via delle Panchine Arancioni”, un percorso che ha come tappe i produttori della Ribolla gialla. Al lavoro, per mettere insieme questi quindici itinerari, una squadra di esperti. Luigi Nacci, coordinatore del progetto, l’esegeta italiano della viandanza, guida della Compagnia dei Cammini, ma soprattutto scrittore autore di libri di successo come “Viandanza” (Laterza, 2016), e “Trieste selvatica” (Laterza, 2019). Con lui è scesa in campo Alessandra Beltrame, giornalista, viaggiatrice, autrice di libri di altrettanto successo come “Io cammino da sola” (Ediciclo, 2017) e “Nati per camminare” (Ediciclo, 2019). A completare la squadra Cristina Favento, giornalista di viaggio, escursionista e accompagnatrice turistica, e Tiziana Zamai, esperta guida turistica e naturalistica. La guida, realizzata con il contributo di PromoTurismo Fvg, avrà anche una declinazione digitale, a cura della redazione web, pubblicata in quattro puntate sul sito de “Il Piccolo” e del “Messaggero Veneto”, con quattro itinerari originali accompagnati da videointerviste realizzate dal regista Diego Cenetiempo con la collaborazione di Michele Pupo.
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