Terremoto ad Haiti Giovane di Grado salvo per miracolo

Leandro Medeot: «La scossa è stata tremenda. Non vedo l’ora di venire via da qui»
GRADO.
«Un’ecatombe, tutto è distrutto, ma noi fortunatamente stiamo bene». Lo dice Leandro Medeot, figlio del gradese Mauro Medeot. Il ventisettenne Leandro abita a Port-au-Prince (2 milioni di abitanti), quasi adiacente all’epicentro del sisma di oltre il settimo grado Richter che ha portato morte e distruzione. E’ sposato con una haitiana, Gaelle, ed ha un figlio di poco meno di 3 mesi che si chiama Agostino. «Stavamo tutti sul terrazzo; all’improvviso la scossa che è stata tremenda, da incubo. Siamo riusciti a scappare immediatamente in strada».

Una scena che purtroppo si ripete sempre quando il terremoto porta distruzione. Poche le parole che riesce a dire: le comunicazioni telefoniche sono interrotte ed è stato davvero un miracolo, dopo una lunga serie di tentativi, riuscire a contattarlo al cellulare. Per primo è riuscito a contattarlo suo fratello Eneas. Una brevissima telefonata, rassicurante, quella di Leandro con il fratello.


Eneas ha trascorso con lui, ad Haiti, le feste di Natale. Si è fermato per una decina di giorni e commentando quanto accaduto ha detto: «E’ una città di cartapesta che è andata tutta distrutta». «Siamo tutti vivi» è stata la prima frase – in quel momento ad Haiti erano le 6 del mattino - che Leandro è riuscito a spiaccicare, evidentemente contento di essere riuscito a dirlo a suo fratello che l’avrebbe poi riferito ai genitori. Almeno all’apparenza la sua casa ha tutto sommato retto; dovranno fare una perizia per sapere esattamente la situazione. Non così invece la chiesa che sorgeva accanto e che è crollata. Leandro Medeot abita nel quartiere Pacot che è relativamente vicino al centro.


Dalle prime indicazioni pare che ad Haiti ci siano circa 200 italiani.

Fra questi anche Leandro Medeot che lavora per una Ong (Organizzazione non governativa) per attività di cooperazione internazionale, solidarietà e sensibilizzazione sui temi dell’educazione e soprattutto della salute con specifico riferimento all’Aids. Vive stabilmente ad Haiti dall’inizio del 2009. Lavora a dei precisi progetti, in parte dai lui stesso predisposti. Ha già operato ad esempio per la Comunità europea anche in Costa d’Avorio, e ora si accinge a seguire un progetto che riguarda Il Cairo, in Egitto, con il ministero italiano della Cultura.

Non appena appresa alla radio la notizia del terribile terremoto che ha causato migliaia di vittime, il papà Mauro, titolare di una compagnia teatrale di animazione per bambini e anziani, ha cercato di mettersi in contatto con il figlio ma non è stato possibile. Sono state ore d’ansia incredibile poiché anche dall’unità di crisi della Farnesina non si riuscivano ad avere notizie.

Poi la telefonata e la notizia che tutti in cuor loro si auguravano: il figlio e i suoi congiunti stavano bene. Un grande sospiro di sollievo.


I parenti del ragazzo (il papà è uno di 11 fratelli della grande famiglia di Nino Medeot) vivono a Grado ma ci sono pure degli zii che abitano ad Aquileia e Villa Vicentina. Dopo quanto accaduto, di fronte all’immane disastro, dinnanzi ai cadaveri e alle macerie che col chiaro del giorno si è trovato di fronte, la reazione di Leandro Medeot detta al fratello è stata: «Non vedo l’ora di venire via».

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