Tondo insiste sulla candidatura di Dipiazza

Prima l’abbraccio fra Roberto Dipiazza e Angelino Alfano, che non è andato giù a molti sostenitori del “triestino di Aiello”, poi lo scivolone in seno al Consiglio regionale che ha portato alla perdita della presidenza del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione in favore della pentastellata Ilaria Dal Zovo. A sei mesi dalle elezioni amministrative, il centrodestra regionale naviga in acque agitate e non ha ancora trovato la quadra attorno a un nome da contrapporre al sindaco uscente Roberto Cosolini. «Nonostante prevalgano ancora i personalismi – spiega il presidente di Autonomia Responsabile in Consiglio regionale Renzo Tondo - , dobbiamo lavorare per trovare una sintesi». L’ex governatore del Friuli Venezia Giulia non intende soffermarsi sull’abbraccio fra Dipiazza e Alfano, «che va archiviato come un corretto contatto umano fra due conoscenti», mentre per quanto riguarda il pasticcio che ha “regalato” al Movimento 5 Stelle la presidenza del comitato che controlla l’attuazione delle leggi, non ha dubbi: «È stato fatto un grosso errore. Dovremo impegnarci per recuperare». Nessun dubbio da parte di Tondo nemmeno per quanto riguarda il nome da opporre a Cosolini il prossimo 12 giugno: «Non certifico io il gradimento di Dipiazza. È sotto gli occhi di tutti – puntualizza - la sua disponibilità a candidarsi è un atto di generosità politica, dal momento che potrebbe aspettare l’arrivo di momenti migliori per uscire allo scoperto. Il tempo che ci separa dalle elezioni è sufficiente, a patto che ci sia la reale volontà di lavorare insieme». Un obiettivo, quello del lavoro di squadra, che lo stesso Tondo non è sempre riuscito a perseguire: «In passato ho sbagliato a non allearmi con Franco Bandelli», la sua ammissione. «I responsabili delle sconfitte passate – replica il capogruppo di Un’Altra Trieste in Consiglio comunale – hanno nomi e cognomi. Tondo allora aveva cattivi consiglieri. Sono le stesse persone che adesso non hanno esitato a pugnalarlo alle spalle». Bandelli punta il dito contro i forzisti Riccardo Riccardi e Sandra Savino, aggiustando la mira soprattutto nei confronti dell’onorevole triestina: «Savino esiste politicamente – affonda Bandelli – esclusivamente per merito di Tondo». Per quanto riguarda gli assestamenti del centrodestra triestino, Bandelli lancia un interrogativo che assume le dimensioni di un ordigno: «Siamo sicuri che qualcuno non voglia perdere le prossime elezioni?». Quel qualcuno non è certamente il leghista Pierpaolo Roberti, «che rispetto, anche se sarà difficile aspettarsi un suo passo indietro dopo un anno di campagna elettorale». L’onorevole Savino, dal canto suo, lascia aperta la porta al dialogo: «Il centrodestra – le sue parole – deve presentarsi unito, a costo di chiudersi in una stanza finche le scelte non saranno prese. Non farlo significherebbe impacchettare un regalo per il Pd e per i 5 Stelle».
l.sa.
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