Torna il torneo degli scacchi di Trieste e stavolta con i controlli “anti-furbetti”

Una cinquantina di partecipanti alla quinta edizione dell’International Chess Tournament dell’Accademia cittadina 
Francesco Cardella
L’international chess tournament nelle foto di Massimo Silvano
L’international chess tournament nelle foto di Massimo Silvano

TRIESTE. Una volta le doti principali erano la calma, l’acume e la strategia, ora entrano in ballo altre componenti e ambizioni. Gli scacchi non sono mai stati solo un “semplice” gioco, nei secoli hanno rivendicato una nobilità ludica e ora reclamano la consacrazione al rango ufficiale di sport e alla conseguente entrata ufficiale alle Olimpiadi.

Temi che hanno trovato eco anche all’interno della “International Chess Tournament”, edizione numero cinque della manifestazione scacchistica organizzata dall’Accademia di Scacchi Trieste, diretta da Massimo Varini e ospitata da ieri sino a domenica, nei saloni dello Stars Hotel Savoia Excelsior sulle Rive. Sono due i tornei allestiti: il Memorial “Rozmann”, riservato agli amatori, e il Trofeo “Hotel Savoia”, dove invece giostrano maestri e veterani della scacchiera.

A Trieste torna il torneo internazionale di scacchi

Gioco o agonismo che sia, gli scacchi possono intanto vantare numeri eccellenti, dal momento che la Fide, la federazione internazionale, di recente ha sbandierato una cifra come 600 milioni di giocatori sparsi al mondo. E proposito di dati, la manifestazione inaugurata ieri all’Hotel Savoia ha radunato una cinquantina di giocatori, numero tanto più interessante in pandemia. Buona parte dei partecipanti è giunta dall’Italia e con una componente estera che ha parlato di Albania, Iran, Serbia (con il Gran Maestro Drazig) e Slovenia, con Vojko Srebrnik.

Tra i 50 giocatori in lizza una sola donna. Si tratta di Maria Nunzia Ruberto, cinquantanovenne di Muggia, cultrice della scacchiera da poco più di un anno, passione germogliata grazie sia al marito che ai rigori dettati dall’isolamento nel 2020: «Ho appreso le prime mosse dal febbraio del 2020, apprendendo prima da mio marito e poi da un corso in rete – ha affermato – sono comunque già al mio quarto torneo e credo che la strada giusta sia giocare il più possibile e fare sempre tesoro degli errori compiuti e rammentare i passi degli avversari».

Una sola “quota rosa” ma diversi giovani. Vedi la partecipazione di Leonardo Mazzi, 11 anni appena ma da 6 giocatore, allievo della Scacchistica Trieste, campione regionale di categoria e reduce dall’11° posto ai campionati italiani Una curiosità. L’antico lignaggio degli scacchi negli ultimi anni ha dovuto fare i conti anche con le “attrattive” provenienti dal mondo della rete, cadendo spesso nella trappola degli “aiutini” dettati da App e programmi specializzati nel suggerire le mosse del caso. Anche qui la frode spesso incombe, devastando etica e contenuti di una dinamica che vuole imporsi anche sulla ribalta olimpica, magari già da Parigi 2024.

E così, per evitare misfatti informatici, il torneo di Trieste si è dovuto attrezzare e accanto alle canoniche misure sanitarie (distanziamenti, Green Pass, sanificazione degli ambienti) ha dato vita anche a controlli specifici sui giocatori. Già, come? Lo staff guidato da Massimo Varini non solo ha “requisito” all’entrata tutti i cellulari ma si è prodigato anche in estemporanee perlustrazioni dei bagni, luogo deputato, come avvenuto in alcuni tornei, a covo di telefoni di riserva, microchip e collegamenti. Il torneo di Trieste non ha riservato in tal senso nessuna sorpresa ma di fatto ha ricordato che se gli scacchi vogliono ribadire l’egida di “sport della mente”, all’occorrenza si sono anche allineati ai tempi e per arroccamenti e scacco matto qualcuno non disdegna la complicità del wifi. —


 

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