Tra filari di viti e ciliegi del Collio 50 anni di storia

SAN FLORIANO. Il Consorzio vini Collio stava appena per essere concepito, ma qui a Gorizia nella primavera del 1963 un vulcanico avv. Michele Formentini, allora vice presidente della Pro Loco, ideava e realizzava la “Strada del vino e delle ciliegie”. La prima d’Italia, ispirato da quelle che aveva visitato all’estero. Sui quotidiani di quell’anno, già nei mesi di febbraio e marzo, la cronaca annunciava le decisioni assunte dal direttivo della Pro Loco (presieduta da Guido Scarel), l’interessamento del Prefetto e il coinvolgimento dell’Ente provinciale del turismo. La data inizialmente fissata per l’inaugurazione era stata il 31 marzo, «corrispondente al momento più bello della fioritura dei ciliegi in tutta la zona del Collio», come si legge in un articolo apparso su questo giornale il 7 febbraio 1963. L’anonimo cronista di mezzo secolo fa continuava spiegando che «allo scopo di garantire la migliore riuscita della manifestazione, avrà luogo (…) una riunione di tutti i pubblici esercenti della zona. Saranno sentiti i pareri degli osti e delle persone interessate (…) sarà grandemente migliorata la viabilità nella zona (è probabile che entro il 1964 sia asfaltato tutto il circuito di San Floriano), con la apposizione pure, di appositi cartelli e indicazioni stradali in molte lingue».
Formentini, intanto, programmava una sagra delle ciliegie da tenersi in maggio nel parco del castello di famiglia. Il 22 marzo un articolo su “Il Piccolo” annunciava lo spostamento a fine aprile dell’evento, in attesa della fioritura dei ciliegi, e dava ai lettori stuzzicanti anticipazioni sulla presenza del Coro Seghizzi, comunicando che «circolerà inoltre un pullman pubblicitario e faranno la loro comparsa gli uomini sandwich». Una manifestazione attesa che vide finalmente il suo compimento la mattina di domenica 21 aprile, alle 11, all’imbocco del ponte di Piuma, con il taglio del nastro effettuato dal vice prefetto Loricchio, assieme al vicesindaco Gallarotti, all’assessore provinciale Marchesini, al vicequestore Tarantelli e altre autorità della provincia.
«Aprendo così il percorso a un’interminabile fila di auto» - narrano le cronache - che, scortate da vigili urbani in moto, sostarono assieme alla corale di Cecilia Seghizzi in «12 locali tipici lungo l’itinerario che, dal ponte di Piuma conduce a San Floriano per ridiscendere attraverso il vallone delle Acque». Una vera festa di popolo cui parteciparono non meno di 3mila goriziani. Un successo che indusse l’Associazione fra i giovani agricoltori a organizzare una mostra-assaggio vini del Collio, nel parco Formentini, dal 23 al 26 maggio di quello stesso anno. I primi depliant della “Strada del vino e delle ciliegie”, andati letteralmente a ruba, furono ristampati già ad agosto ed erano disponibili nella sede della Pro Loco, negli uffici dell’Ept, ma anche nella redazione de Il Piccolo. Una riuscita operazione di marketing ante litteram tanto che nel 1973 la strada sarà prolungata, attraverso Giasbana, Plessiva, Ruttars, Vencò, Dolegna e Mernico per terminare sullo Judrio. Quaranta anni or sono – Michele Formentini era diventato nel frattempo presidente della Pro Loco e dell’Agriturist – l’allungamento dell’itinerario turistico avvenne in contemporanea con l’Espomego, che ospitava un convegno sul vino con relatore Luigi Veronelli. Il 4 maggio 1973 veniva inaugurato il nuovo tracciato, lungo «una strada attuata dalla Provincia e finanziata dallo Stato»,
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