Tra storia e cultura San Martino e Capriva aprono i campanili

Occasione per scoprire la tradizione degli scampanotadors e toccare con mano gli strumenti di un’antica arte del territorio

SAGRADO. Una antica tradizione capace come poche di unire grandi e piccini, nonni e nipoti, per riscoprire aspetti spesso dimenticati o sottovalutati della storia locale e della cultura del territorio goriziano. Questa una delle ragioni che garantisce, ormai da sette anni, sempre un’ottima risposta di pubblico alle iniziative dell’associazione Campanari del Goriziano, che ripropone in questa domenica di metà maggio l’appuntamento con “Campanili aperti”, che oggi, per la prima volta, farà tappa in cima alle torri campanarie di Capriva del Friuli (parrocchia del Ss. Nome di Maria) e di San Martino del Carso, dove i visitatori potranno salire per quattro ore, dalle 15 alle 19, non solo per godere di un punto di vista decisamente insolito sul panorama del proprio paese, ma anche per scoprire e toccare con mano i segreti e gli strumenti dell’antica arte campanaria.

Chi lo vorrà, potrà partecipare, sempre oggi pomeriggio, alle visite guidate delle due torri, della durata di circa un’ora ciascuna, a San Martino alle 15.30 insieme a Marino Visintin e a Capriva alle 17.30 insieme a Vanni Marega.

Subito dopo le visite guidate, saliranno in cattedra gli scampanotadors, che faranno risuonare le melodie senza tempo delle campane e dei loro rintocchi. Un’arte sopravvissuta al debutto nelle parrocchie del Goriziano, negli anni ’70, dei primi sistemi automatizzati per il rintocco delle campane e che continua ad avvicinare, grazie al fascino della storia e delle tradizioni popolari, un gran numero di giovani appassionati. «Aprire per la prima volta degli edifici solitamente celati ai visitatori è sempre una grande emozione – spiegano gli organizzatori – lo è ancor di più quando si tratta dei nostri campanili, che in questi anni, con costanza e impegno sono stati riscoperti e risistemati in gran parte dell’arcidiocesi».

La torre campanaria di Capriva, di edificazione settecentesca, rappresenta uno degli esempi più tipici di campanile del Goriziano, con la classica cipolla asburgica di raffinata fattura. Il campanile di San Martino, invece, è stato ricostruito dopo il primo conflitto mondiale, quando il paese andò interamente distrutto, per essere poi restaurato in anni recenti. A Capriva, la giornata di oggi non si limita all’apertura del campanile. Prima e dopo il concerto degli scampanotadors sarà infatti possibile visitare la mostra appena inaugurata, in collaborazione con l’amministrazione comunale e la parrocchia, che ripercorre con immagini inedite dall’archivio fotografico di Mario Grion la storia della torre campanaria. L’esposizione potrà essere visitata fino a domenica prossima, 20 maggio, con il seguente orario: lunedì, mercoledì, venerdì e domenica dalle 10.30 alle 12.30, martedì e giovedì dalle 15 alle 18, e infine sabato sia nella fascia oraria del mattino sia in quella del pomeriggio. Le iniziative, però, non finiscono qui. Giovedì prossimo, 17 maggio, doppio appuntamento sempre a Capriva, dove alle 18.30 al Centro Civico l’architetto Francesco Castellan interverrà sul tema “L’architettura dei campanili di Capriva”, e a seguire l’architetto Giacomo Pantanali presenterà la ristampa anastatica del libro del 1926 “Il campanaro sloveno” di Ivan Mercina, curata dai Campanari del Goriziano e dalla Libreria Cattolica in una pregevole edizione. L’intera manifestazione vanta anche quest’anno l’inserimento tra gli eventi della Settimana della Cultura Friulana promossa dalla Società Filologica Friulana.

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