Tradizione e nuovo look Riapre il Mandracchio

di Viviana Attard
Una profusione di nero e oro, una selezione di “beverage” e arredi di alto profilo, anche grazie a sponsor famosi (Gruppo Martini– Rossi, Carlsberg - Corona, la vodka neozelandese 42below e Italesse per gli accessori da bar), nonché una serie di eventi ad hoc, pensati per riportare agli antichi splendori quello che fu il tempio della movida notturna nel salotto buono della città. Riparte sotto queste insegne l’avventura del Mandracchio. Dopo voci e smentite, è arrivata infatti la conferma: lo storico locale situato a due passi da piazza Unità, rimasto chiuso per quasi un anno, si prepara a riaprire i battenti. «Il 30 dicembre partiremo con gli appuntamenti del venerdì - annunciano il nuovo gestore Alberto Benevol e il neo direttore responsabile Massimo Dagostini -, mentre il giorno successivo inaugureremo gli eventi del sabato. Giusto in concomitanza con San Silvestro».
Un’inaugurazione, quella del “nuovo” Mandracchio, che Benevol e Dagostini aspettano da tempo. I documenti definitivi sono stati firmati con Assicurazioni Generali, proprietaria dell’immobile dove si trova il locale, solo il primo dicembre scorso. Ma i due giovani - professionisti già affermati nel settore - si erano messi in moto già la primavera scorsa. Il sogno di impiegare la loro esperienza professionale in un locale in centro città, poi, ha radici ancora più lontane. «Dopo anni di ricerca abbiamo saputo di questa possibilità – spiega Dagostini, che si occuperà in particolar modo dell’accoglienza e del beverage -. Da maggio abbiamo iniziato a muoverci e a prendere contatti. Tra carte, definizioni dell’accordo e altri imprevisti siamo riusciti ad avere il benestare definitivo solo adesso».
Una volta giunto l’ok, però, si è dovuto decidere come agire: ristrutturare tutto subito o procedere per gradi, garantendo così l’apertura già dalle festività. «La nostra idea iniziale – racconta il gestore, Alberto Benevol – era quella di una ristrutturazione totale che allineasse il locale, in termini d’offerta e servizio, agli standard in voga all’estero, per esempio in Inghilterra e Spagna. Seguire questa strada, però, avrebbe significato aprire non prima di febbraio». Alla fine, anche «per dare un segnale di ripresa, viste le tante serrande abbassate di recente in piazza Unità», hanno optato per degli interventi meno invasivi e più rapidi: via libera quindi a pitturazioni, rifacimento di tutte le sedute, nuovi impianti d’illuminazione e acustici. Grande attenzione, poi, al servizio. Quindi niente anfibi o pantaloni militari per i buttafuori, sempre rigorosamente in abito scuro, zona privé con accesso solo tramite braccialetto, e un’accurata (e insindacabile) selezione all’ingresso.
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