Traffico di droga dal Veneto L’appello riduce le condanne

Laura Borsani
L’operazione Tornado condotta da carabinieri e polizia che aveva portato all’arresto di 7 persone e al sequestro di quasi mezzo chilo di droga, tra cui 250 grammi di cocaina, l’11 marzo del 2019 era culminata nella condanna di cinque imputati, accusati a vario titolo nell’ambito del traffico di stupefacenti. Un’indagine, conclusasi nell’aprile 2017 tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Pene, quelle sentenziate dal giudice Fabrizia De Vincenzi, per 40 anni e 5 mesi complessivi. Nei confronti di Claudio Di Benedetto, 56 anni, Ornado Ceta, 34, di origine albanese, Umberto Guariello, 38, Ugo Mascioli, 51, e Natasa Bizaj, 46. La sentenza è stata impugnata davanti alla Corte di Appello di Trieste. A fronte dello stralcio legato a questioni di notifica di due posizioni, quella di Ceta dovuta in particolare allo stato di latitanza, e di Guariello, nel procedere alla separazione del fascicolo con rinvio del processo al prossimo anno, per Mascioli e Bizaj i rispettivi difensori, avvocati Laura Guerrini Luzzatto e Flavio Samar, sono andati a discussione davanti alla Corte triestina, mentre per Di Benedetto, rappresentato dagli avvocati Alberto Tofful e Bruno Alderuccio, del Foro di Venezia, è stato raggiunto un concordato con la Procura generale. Lo scorso lunedì il pronunciamento della sentenza. Per tutti è stata riformulata la sentenza di primo grado, in termini di riduzione della pena. Riduzioni significative: nei confronti di Di Benedetto, che il Tribunale di Gorizia aveva condannato a 16 anni di reclusione e a 60 mila euro di multa, la pena più alta disposta rispetto alle altre quattro posizioni, la Corte di Appello ha stabilito 10 anni e 8 mesi, multa portata a 40 mila euro. Più che dimezzata la pena nei confronti di Mascioli, passata da 5 anni e 10 mila euro di multa, a 2 anni e 5.200 euro di multa. Quanto alla posizione minore, relativa a Bizaj, a fronte del riconoscimento della lieve entità, la pena è stata ridotta a 7 mesi e 1.500 euro di multa, con la sospensione condizionale e la non menzione, rispetto a 17 mesi e 4 mila euro di multa. Si attendono ora le motivazioni alla sentenza per la quale la Corte di Appello s’è riservata 90 giorni ai fini del relativo deposito.
L’indagine era partita da Ceta, di professione meccanico con officina a Monfalcone. A monitorare l’uomo e il via vai nella sua attività di Aris, gli inquirenti avevano sviluppato l’indagine tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto. Ed erano arrivati a Di Benedetto, ritenuto la mente del traffico. Il monfalconese, allora disoccupato e un passato da operaio, era stato arrestato, così come l’albanese, assieme ad una serie di denunce in stato di libertà. La collaborazione con i carabinieri di Abano Terme aveva poi portato all’arresto di due giovani rumeni domiciliati a Ronchi dei Legionari.
L’avvocato Tofful ha osservato: «Abbiamo raggiunto un concordato con la Procura generale sulla pena e in questo senso posso esprimere soddisfazione per la sentenza. I motivi di appello sono risultati qualificanti su alcuni aspetti. È stata una riduzione significativa della pena e l’appello ha ridimensionato il quadro criminoso, ricollocando la vicenda in un contesto di episodi a se stanti di traffico di stupefacenti, acquistati in Veneto e portati in provincia di Gorizia». L’avvocato Laura Guerrini Luzzatto ha affermato: «La Corte di Appello ha ritenuto la pena inflitta dal Tribunale di Gorizia troppo alta per il mio assistito, tanto che è stata abbassata di oltre la metà. Bisogna attendere le motivazioni della sentenza per poter valutare anche l’eventuale ricorso in Cassazione». L’avvocato Flavio Samar ha commentato: «Lo ritengo un discreto risultato: i reati ritenuti più gravi sono stati derubricati ed è stata riconosciuta l’ipotesi antonoma della “lieve entità”, con riduzione della pena quasi al minimo edittale. Sono stati concessi i benefici di legge negati dal giudice di primo grado. È stata però disattesa la richiesta difensiva di esclusione della punibilità per la particolare tenuità del fatto per cui, lette le motivazioni, sarà probabilmente presentato ricorso per Cassazione».—
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo