Tredicenne morto nel pozzo, sei condanne: un anno e 10 mesi al sindaco di Gorizia Ziberna
Il primo cittadino è stato condannato in quanto presidente della Fondazione Coronini. Un anno e quattro mesi ai 5 componenti del curatorio

GORIZIA Sono sei le condanne per la morte di Stefano Borghes, il tredicenne precipitato nel pozzo del parco Coronini di Gorizia nella mattina del 22 luglio 2020 durante la gara di orienteering organizzata nell’ambito del centro estivo delle parrocchie di Gorizia “Estate tutti insieme”.
Nel processo di primo grado, il sindaco Rodolfo Ziberna, in quanto presidente di diritto della Fondazione Corinini Cronberg, è stato condannato a 1 anno e 10 mesi, mentre i rimanenti cinque componenti del Curatorio dell’ente - Marco Menato (ex direttore della Biblioteca statale isontina), Tiziana Gibelli (ex assessore regionale alla Cultura), Raffaella Sgubin (direttore del Servizio Ricerca, musei e archivi storici dell’Erpac), Maurizio Boaro (componente cooptato effettivo) e Bruno Pascoli (componente cooptato supplente) - sono stati condannati a 1 anno e 4 mesi ciascuno.
A tutti sono state riconosciute le circostanze attenuanti generiche, la sospensione condizionale della pena e la non menzione. Per la violazione della normativa in materia anti-infortunistica, il giudice Cristina Arban ha poi stabilito 2 mesi di arresto per tutti i sei imputati, che dovranno anche pagare le spese processuali.
I componenti del Curatorio sono stati inoltre condannati al risarcimento del danno alle parti civili. Il risarcimento verrà valutato in sede civile, ma è stata concessa una provvisionale immediatamente esecutiva di 100 mila euro a testa per i genitori di Stefano e di 40 mila euro a favore della sorella minore.
Infine è stata disposta la restituzione dell’area del parco Coronini-Cronberg attualmente posta sotto sequestro.
La richiesta del pm
È stata dunque ridimensionata la richiesta di condanna avanzata dal pm Ilaria Iozzi che, al termine della requisitoria, aveva domandato 4 anni e 3 mesi di reclusione per il sindaco Ziberna (difeso dall’avvocato Antonio Montanari) e 4 anni per Menato (avvocati Paolo Menato e Christian Serpelloni), Gibelli (Franco Dal Mas e Pierfrancesco Scatà), Sgubin (Francesco Donolato), Boaro (Enrica Lucchin) e Pascoli (Franco e Dario Obizzi), oltre a tre mesi di arresto ciascuno per la violazione delle norme anti-infortunistiche e al non riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
La sentenza dopo due ore
La sentenza è arrivata dopo quasi due ore di camera di consiglio. In attesa del giudice, in aula è calato un silenzio irreale. La tensione è diventata palpabile. Tra i banchi, ad ascoltare la sentenza erano presenti anche i genitori di Stefano che, durante la lettura, sono rimasti compostamente immobili. Solo dopo aver ringraziato il pubblico ministero con un abbraccio, la mamma è riuscita a sciogliersi. A parlare per conto della famiglia Borghes è stato l’avvocato Salvatore Spitaleri. «Per i genitori di Stefano - ha spiegato -, quella di oggi è stata una giornata molto impegnativa. Hanno voluto esserci, come hanno fatto nelle scorse udienze, ma sono state udienze complicate. Vogliono ringraziare tutti per l’attenzione e la delicatezza dimostrate nei loro confronti».
Nessuna gioia per la sentenza
Nel merito della sentenza, il legale di parte civile ha poi ribadito che la famiglia non cercava una pena esemplare. «Abbiamo semplicemente chiesto di chiarire se il Curatorio avesse fatto tutto ciò che era necessario fare per garantire la sicurezza del pozzo». «La pena è importante», ha aggiunto quindi Spitaleri: «Pensiamo che il tribunale abbia voluto confermare che non è stato fatto abbastanza per salvare la vita a Stefano, ma nulla potrà ridare ai familiari il loro caro. Non c’è quindi soddisfazione. Non c’è gioia e non c’è letizia per una sentenza. C’è solo la consapevolezza che in primo grado è stata accertata una responsabilità».
L’udienza preliminare
In fase di udienza preliminare l’allora direttore della Fondazione Coronini Cronberg Enrico Graziano aveva concordato con il pm Iozzi una pena di 1 anno 11 mesi e 10 giorni con la condizionale, mentre i responsabili della sicurezza Federico Costadura e Matteo Turcutto avevano optato per il rito abbreviato. In primo grado il gup Flavia Mangiante li aveva condannati rispettivamente a 2 anni e 8 mesi e a 2 anni (oltre al pagamento alla famiglia Borghes di una provvisionale da 50 mila euro ciascuno). In appello la pena di Costadura era stata poi riformata a 1 anno e 8 mesi, mentre Turcutto era stato assolto. —
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