Treno in panne a Miramare, linea bloccata

TRIESTE. Questa volta il treno non si è fermato in aperta campagna, o in una squallida periferia di qualche città, ma nella storica stazioncina di Miramare, alle porte di Trieste. Si è fermato e non è più ripartito. Non si trattava di un tour turistico alla scoperta dei cosiddetti “luoghi del cuore”. Era semplicemente un normale “regionale veloce” di linea strapieno di pendolari che tornavano a Trieste, come ogni inizio settimana, principalmente per studio e lavoro. Si trattava invece di uno dei tanti disservizi che Trenitalia offre (a pagamento) ai suoi clienti, specialmente sulle tratte che giungono o partono dal capoluogo giuliano. Le Ferrovie parlano di fatalità, di piccoli incidenti sempre dietro l’angolo, ma alla fine sono sempre i passeggeri a rimetterci.
Il treno era partito da Venezia alle 12.11 e doveva arrivare a Trieste alle 14.18. Fino a Miramare il viaggio si era svolto in perfetto orario. La fermata nella caratteristica stazione di Miramare appositamente costruita per servire l'omonimo castello fatto edificare da Massimiliano d'Asburgo, era programmata ma al momento di ripartire la locomotrice si è bloccata. Il motivo? La rottura, forse a causa di un sasso, della valvola di sfiato del serbatoio principale che fa defluire o affluire l'aria.
Dopo un primo annuncio di un ritardo previsto di 10 minuti, poi di 15, poi di 30 e infine “di tempo imprecisato”, molti passeggeri - nel treno c’erano circa 250 persone - hanno cercato di organizzarsi nel miglior modo possibile. Alcune scendendo subito e cercando di salire sull’autobus “36”, cosa alquanto faticosa per le persone di una certa età o per chi aveva valigie, altri chiamando un taxi e altri ancora aspettando e sperando nella benevolenza di Trenitalia. Nel frattempo il macchinista e il capotreno avevano richiesto alla Centrale una locomotrice per trainare il treno, ma la burocrazia è dura a morire anche nelle ferrovie. Carte su carte da firmare prima del via libera di un responsabile... che non sempre si trova.
I pochi che erano rimasti in attesa hanno potuto salire su un altro treno “veloce” che proveniva da Udine ed era stato fatto deviare sul binario “illegale” per giungere a Trieste con quasi un ora di ritardo. Un’ora di ritardo per compiere una decina di chilometri. Naturalmente tutto il traffico ferroviario ne ha risentito con ritardi anche di altri convogli. Il treno fermo a Miramare è stato poi trascinato con calma alla stazione centrale.
La fermata di Miramare viene sfruttata poche volte durante il giorno perché è scarsamente utilizzata. Quel treno è uno dei pochi che si ferma e scendono, più che altro, studiosi che lavorano presso il Centro di Fisica Teorica che si trova vicino.
E dal 9 dicembre con il nuovo orario ferroviario si annunciano novità di un certo peso. La bozza che sta girando in questi giorni non favorisce di certo chi viaggia. Si parla di soppressioni di treni regionali e interregionali. E il motivo è sempre lo stesso, lamentato da Trenitalia: lo Stato e le Regioni non hanno più soldi per sostenete il traffico ferroviario. É sicuro, ad esempio lo spostamento del treno Intercity notte delle 21,54 da Trieste per Roma: nel nuovo orario è stato anticipato alle 20.30 e non girerà per via Portogruaro, ma per Gorizia e Udine. Questo comporta una spesa maggiore per chi parte da Trieste e Monfalcone e l’abbandono di Cervignano, San Giorgio e Latisana. Ancora non si sa poi se questo treno verrà sostituito con un interregionale per Venezia (via Portogruaro) alla stessa ora. C’è la possibilità che l’ultimo treno Trieste-Venezia sia alle 19.18. Ennesimo schiaffo a Trieste da parte di Trenitalia e Regione.
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