Trieste a rischio sommersione entro i prossimi ottant’anni
Trieste, nei prossimi ottant’anni, rischia di essere sommersa. In Friuli Venezia Giulia nell’ultimo mezzo secolo la superficie occupata dai ghiacciai si è ridotta del 50%. Non si tratta di fantascienza bensì degli effetti del cambiamento climatico sul nostro territorio, illustrati da uno scienziato del calibro di Andrea Giuliacci. Questi e altri dati sono stati esposti ieri nel corso della conferenza sul climate change “Non c’è un pianeta b”, organizzata all’hotel Savoia dall’europarlamentare dei Verdi Marco Affronte. Principale relatore è stato appunto Giuliacci, noto meteorologo del Centro Epson Meteo: «Negli anni Settanta, quando c’erano 30 gradi, si diceva che faceva caldo – ha esordito –. Oggi non più: che il clima è cambiato lo percepiamo sulla nostra pelle. E i termometri, che sono oggettivi, lo confermano. È il fenomeno del global warming: le temperature medie stanno velocemente aumentando. Purtroppo l’Italia e il Fvg si trovano in una delle aree terrestri in cui il mutamento è più significativo». Il climatologo ha dunque esposto alcuni numeri elaborati da Arpa Fvg. Negli ultimi 40 anni la temperatura media in regione è cresciuta di 0,45 gradi ogni dieci anni. «Nello specifico, è aumentata la media annuale dei “pomeriggi bollenti”, in cui si superano i 30 gradi – ha proseguito –. Ma anche quella delle “notti tropicali”, con minime sopra i 20 gradi. Con effetti significativi sulla capacità fisiologica dell’organismo di prendere sonno». Gli effetti del cambiamento sono già visibili: «I ghiacci si stanno sciogliendo. Dal 1962 al 2014 in Fvg la superficie occupata dai ghiacciai si è ridotta del 50%, anche se il loro numero, e cioè 7, è invariato. Idem nel resto d’Italia: la superficie totale è diminuita del 30%. Passando alle piogge, tendono all’estremizzazione. Le precipitazioni totali non sono mutate ma avvengono sempre più di rado e in maniera più violenta. In Italia negli ultimi 130 anni i giorni di pioggia sono diminuiti del 130%». E ancora: «Tra il 1870 e il 2010 il livello medio dell’Alto Adriatico è cresciuto di 13 centimetri. È tanto. Una recente ricerca Enea dice che entro il 2100 oltre 5mila chilometri di costa, in Italia, potrebbero essere sommerse: ciò riguarda da vicino il versante Adriatico e Trieste, che è citata esplicitamente». L’europarlamentare Affronte ha infine spiegato quanto emerso dalla Cop24, e cioè la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico svoltasi a dicembre a Katowice: «Nel 2015 a Parigi l’accordo globale è stato finalmente raggiunto. Ora si tratta di attuare gli obiettivi: a Katowice si è parlato di decarbonizzazione e di riconversione dei sistemi produttivi in senso sostenibile. Ma i paesi in via di sviluppo rivendicano il diritto a industrializzarsi come ha fatto finora l’Occidente». —
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