Trieste, abusi su un minore, condannato giornalista

Un anno e 6 mesi con la condizionale a Sessa, editore di Tele Antenna. Ribaltata in Appello la sentenza di primo grado
Lasorte Trieste 20/07/10 - Foro Ulpiano, Tribunale
Lasorte Trieste 20/07/10 - Foro Ulpiano, Tribunale

TRIESTE Un anno e sei mesi con la condizionale, oltre al pagamento di 20 mila euro a titolo di risarcimento. Il quarantenne Andrea Sessa, gestore dell’emittente locale Tele Antenna, è stato condannato per abusi sessuali su un minorenne.

Trieste, abusi sessuali su un minorenne: arrestato
Andrea Sessa


La sentenza, pronunciata nei giorni scorsi in Corte d’Appello, ribalta l’esito del giudizio di primo grado emesso nel novembre 2017. Il pubblico ministero, allora, aveva proposto per Sessa tre anni di carcere mentre la vittima, costituita parte civile, aveva domandato un risarcimento danni di 75 mila euro. Ma il processo si era chiuso con un’assoluzione. Ora il colpo di scena della condanna in Appello.

Il quarantenne era finito nei guai giudiziari quattro anni fa, nel 2015: un sedicenne, che all’epoca dei fatti aveva preso parte a uno stage formativo negli studi televisivi dell’emittente privata, aveva accusato Sessa di alcune “attenzioni” che l’editore triestino gli aveva riservato appartandosi nella sede della tv di via San Francesco.

Gli episodi, stando a quanto accertato nelle indagini della Procura, si erano verificati nelle ore serali. Sul caso aveva aperto un fascicolo il pubblico ministero Giorgio Milillo.

Abusi su minore, Sessa tace dal giudice
Silvano Trieste 29/08/2009 Controlli in Stazione da parte della Polfer


Sessa, che si era sempre proclamato innocente, aveva scontato un anno agli arresti domiciliari. La custodia cautelare era stata ordinata all’esito delle indagini dal gip Laura Barresi.

Approcci intimi, insomma, con un minorenne definito “particolarmente vulnerabile” per il suo stato psicofisico. Un punto, questo, che Sessa aveva smentito sostenendo che il ragazzino «non aveva alcuna condizione psicologica strana».

Gli abusi sessuali contestati all’editore televisivo sono venuti a galla grazie ad alcune confidenze che l’adolescente aveva fatto agli amici. La vittima aveva riferito degli approcci ai quali non era stato in grado di sottrarsi. Secondo l’accusa, dunque, l’editore dell’emittente aveva approfittato del giovane stagista.

La sentenza di assoluzione in primo grado era stata appellata dal pm Federico Frezza (che nel frattempo aveva assunto la titolarità del fascicolo), dal sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello Carlo Sciavicco e dall’avvocato di parte civile Mariapia Maier.

«Siamo dispiaciuti per la decisione della Corte d’Appello – commenta lo studio legale Alunni Barbarossa, che in questi anni ha difeso Sessa – in quanto ritenevamo solide le argomentazioni del giudice di primo grado che aveva attestato l’insussistenza del fatto. A questo punto attendiamo le motivazioni della sentenza per valutare la presentazione del ricorso in Cassazione».

Al quarantenne è stata comunque riconosciuta l’attenuante della «minore gravità». —


 

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