Trieste, addio a Giorgio Vidusso. Una vita per la musica

TRIESTE Temperamento amabile ma fermo, sovrintendente dinamico e capace e, in tale qualità, brillante animatore nella prima metà degli anni Novanta delle stagioni del Teatro Verdi, è mancato ieri Giorgio Vidusso, uno dei triestini che aveva portato alto in Italia il nome della città natale per la sua grande professionalità.
Classe 1926, laurea in Lettere moderne con una tesi su Ravel e diploma in pianoforte al Conservatorio Martini di Bologna, conseguite ambedue con 110 e lode, è pianista di livello con esibizioni in molte delle principali città italiane fino al 1954, quando una grave malattia tronca la sua attività.

Ma il maestro Vidusso reagisce intraprendendo una brillante carriera, che da Radio Trieste, dov’è a capo dei programmi dal 1950 al 1961, e da titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio Tartini, lo porta nel 1961 alla Direzione generale della Rai a Roma.
Nel 1967 diventa condirettore a Roma del Centro di produzione radio e più tardi responsabile per la musica di Radio Tre. Dal 1967 al 1971 è anche direttore artistico dell'Accademia filarmonica di Roma.
Dimessosi dalla Rai, dal 1986 al 1990 è sovrintendente al Comunale di Firenze, che lascia per la sovrintendenza al Teatro Verdi di Trieste, e dal 1994 per quella all’Opera di Roma.

Una vita per la musica si potrebbe dire, che lo ha visto tra l'altro organizzatore dei concerti da camera al Festival dei Due Mondi di Spoleto, dal 1973 al 1977, alla Fondazione Cini di Venezia, e consulente delle Biennali veneziane.
«Essendo stato molto all’estero - ricorda il sovrintendente del Teatro Verdi, Stefano Pace - ho incontrato Vidusso solo pochi mesi dopo aver preso il mio incarico a Trieste, e ho rilevato in lui uno spirito molto vivo, arguto e attento a quello che si faceva in teatro. Mi testimoniò una grande attenzione per il mio operato e una grande gentilezza nell'augurarmi buon lavoro e nel continuare la strada intrapresa».

Molto affettuoso e addolorato il ricordo del maestro Uto Ughi, uno tra i più grandi violinisti del mondo: «Vidusso era una persona di rara sensibilità e intelligenza, uno dei sovrintendenti migliori che io abbia conosciuto. Ho fatto tante cose con lui in gioventù; quando era direttore artistico della Rai di Milano, abbiamo fatto anche delle tournée in Austria, in Grecia, siamo andati al Festival di Atene, poi lui è stato anche al Maggio fiorentino, a Roma alla Rai…».
«Non aveva peli sulla lingua, lui le diceva le cose, per cui a un certo momento si è ritirato, abbastanza disgustato dall'organizzazione musicale nei teatri italiani. Non si ritrovava più nel suo mondo. L'avevo incontrato a un concerto che avevo tenuto al Verdi di Trieste tre o quattro anni fa - prosegue il musicista di origini piranesi - e siccome lo avevo nominato tra i sovrintendenti più intelligenti che ho conosciuto nella vita, mi aveva detto: “Mi hai resuscitato, hai resuscitato una persona”».
In qualità di organizzatore musicale Giorgio Vidusso è stato più volte premiato (Pegaso d'oro) a Spoleto, a Salsomaggiore per le stagioni sinfoniche della Rai, a Bergamo (Premio Abbiati) per la stagione sinfonica di Milano e a Roma dall'Accademia d'Ungheria.
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