Trieste: automobili, moto e scaldabagni gettati nelle grotte sul Carso

Una trentina di volontari, esperti «grottisti» dal Pozzo Mattioli, divenuto negli anni deposito abusivo di ogni tipo di rifiuti, hanno ripulito le cavità divenute discariche
I rifiuti estratti dalla grotta
I rifiuti estratti dalla grotta

TRIESTE. Due automobili, due motorini, il cassone di un'«Ape», vasche e scaldabagni, reti metalliche, bombole e bidoni e altro materiale per decine e decine di metri cubi sono stati raccolti da una trentina di volontari, esperti «grottisti» dal Pozzo Mattioli, divenuto negli anni discarica e deposito abusivo di ogni tipo di rifiuti. L'iniziativa si è svolta nell' ambito delle Giornate nazionali della Speleologia, promosse oggi e domani in tutta Italia dalla Società speleologica italiana- Ssi), a Gropada.

Il Pozzo Mattioli è una ampia cavità cartografata a inizio '900 da Eugenio Boegan, il naturalista al quale si deve la nascita del Catasto grotte nazionale. In questo senso, come ha evidenziato il presidente della Federazione speleologica FVG Furio Premiani, che raccoglie 24 gruppi speleo attivi in regione, il territorio triestino ha il «triste primato» di avere oltre 50 grotte utilizzate come discarica, a fronte di un patrimonio naturalistico sotterraneo tra i più ricchi d'Italia, con una media di 15 cavità per chilometro quadrato (il dato nazionale è 1 grotta per kmq).

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