Trieste, Bruna Rota si è spenta a 94 anni: una vita per i diritti delle donne

Femminista ante litteram, attivista, stilista, artista figurativa, era stata tra le fondatrici di Spazio Rosa, prima realtà femminista a Trieste, e poi del Telefono Rosa embrione dell’attuale Centro Antivolenza Goap

Piero Tallandini
Bruna Rota, tra le fondatrici del primo spazio femminista in città
Bruna Rota, tra le fondatrici del primo spazio femminista in città

Si è spenta a 94 anni la triestina Bruna Rota, figura di spicco del movimento per i diritti delle donne. Femminista ante litteram, attivista, stilista, artista figurativa, era stata tra le fondatrici di Spazio Rosa, prima realtà femminista a Trieste, e poi del Telefono Rosa, che offriva un punto d’ascolto e d’intervento contro le violenze di genere: l’embrione dell’attuale Centro Antivolenza Goap, alla cui nascita Bruna aveva contribuito e che aveva sempre continuato a frequentare.

Parità sostanziale

Ancora lucida e sempre interessata alle tematiche d’attualità, si era espressa negli scorsi anni anche sul tema delle quote rosa e le sue opinioni lasciavano il segno: «Le quote rosa? Quelle sono bomboniere. La parità dev’essere sostanziale e non concessa dal potere. Le donne sono più brave, intelligenti, sensibili? Certo, ma non per questo incapaci di mandare qualcuno a quel paese, quando serve. A volte gli uomini hanno la testa quadrata, da patriarchi, la presunzione del potere. Ma senza le donne non sarebbero al mondo». Altro tema a lei caro era quello della solitudine degli anziani, in una società che favorisce l’isolamento.

Una vita intensa

Una vita intensa, quella di Bruna, a cominciare dalla prima adolescenza, quando aveva cercato di aprire i vagoni dei treni in partenza verso i campi di sterminio nazisti, per liberare i prigionieri. Negli anni Cinquanta era emigrata in Australia in cerca di lavoro. L’arte della sartoria appresa a Trieste le aveva permesso di avviare una carriera da autentica stilista, con tanto di sfilate. Nel 1962, a Darwin, per un evento legato alla visita della Regina Elisabetta aveva confezionato gli abiti per il cerimoniale destinati alle Dame australiane.

Rientro dall’Australia

Nel 1964, tornata nella sua Trieste, aveva inaugurato il laboratorio “Brunette maglieria e sartoria” in corso Saba iniziando anche la sua attività nel movimento femminista, all’epoca agli albori.

«Le dobbiamo un grazie per l’esempio di vita che ha lasciato a Trieste, influenzando positivamente l’esistenza di innumerevoli donne, spronando all’indipendenza e al pensiero autonomo – la ricorda l’avvocato Giovanna de’ Manzano, amica di Bruna –. È stata una coraggiosa guerriera fino all’ultimo respiro, un esempio di come si possa ben condurre un percorso di fine vita stando a casa, morendo nel proprio letto, come da lei fortemente voluto. Ringrazio, anche a nome della famiglia, il dottor Massimo Lovisato, i medici e il personale di Pronto Soccorso di Cattinara, i medici del 118, in particolare Moreno Musian e Margherita Quaia, e il servizio infermieristico del Distretto 2 per averla accompagnata nei suoi ultimi giorni». 

 

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