Cabinovia di Trieste, il Consiglio comunale torna sulla variante: tempi lunghi e ricorsi al Tar
Discussione in Aula ostacolata da oltre 130 votazioni ancora da affrontare. L’opera divide le forze politiche e si allontana la possibilità di un voto prima dell’estate. Il verdetto del Tar atteso il 15 e 16 luglio potrebbe ribaltare tutto

Il Consiglio comunale è convocato per le 9 di mercoledì, 25 giugno. I lavori si protrarranno fino al pomeriggio; tra i banchi circola l’ipotesi di spingersi fino a sera, di tirarla per le lunghe. Ma servirebbe a poco, perché è difficile che l’approvazione della variante “Accesso Nord” per la cabinovia possa arrivare già in questa convocazione.
Nella migliore delle ipotesi, la discussione potrebbe allungarsi fino a luglio inoltrato, forse anche dopo la sentenza del Tar sui ricorsi pendenti contro l’opera. Il parere sensibile, a quel punto, sarà quello del giudice.
A poco – almeno sotto questo punto di vista – è valsa la determinazione con la quale il centrodestra ha portato la delibera in Aula, prima tagliando corto in sede di VI Commissione e, poi, depennando uno dopo l’altro la sfilza di emendamenti delle opposizioni. Nei primi sette giorni di seduta gli eletti sono riusciti a discutere a malapena 14 delle opposizioni dei residenti a rischio esproprio, a fronte di altre 134 votazioni ancora tutte da fare tra ulteriori opposizioni, osservazioni, impugnazioni. Migliaia di carte, e se anche il centrodestra continuasse a rimanere in silenzio e il centrosinistra fosse presente con una media di soli otto consiglieri, i diversi interventi potrebbero richiedere in tutto più di 180 ore. Minimo una ventina di sedute.
Il compromesso è inammissibile e pure la proposta di Giorgio Rossi – condivisa, sebbene con toni diversi, dal resto della maggioranza – di estendere il tracciato della cabinovia fino a Monte Grisa è diventata una nuova arma in mano alla minoranza, che anzi vi legge l’«ammissione di colpa» sulle criticità del progetto. Anche l’apparente apertura a una funicolare turistica tra Barcola e il Santuario – ipotizzata, in ultimo, dal dem Stefano Ukmar – è stata accantonata dall’opposizione stessa, che in una nota congiunta ribadisce: «L’unica alternativa alla cabinovia è una rete tranviaria moderna».
Il centrodestra condanna il centrosinistra per l’ «irresponsabile ostruzionismo», l’opposizione accusa la maggioranza di «intestardirsi su un’opera inutile per la città», e intanto i tempi si allungano. Ferie che saltano, permessi dal lavoro, Commissioni revocate.
Il resto della macchina amministrativa è congestionato ed è pertanto probabile che, dopo l’assemblea di oggi, la discussione sulla variante verrà momentaneamente “messa in pausa” per consentire all’Aula di votare altre delibere urgenti. I capigruppo avrebbero già accordato di riunire il Consiglio lunedì prossimo, per una seduta dedicata non alla cabinovia, bensì ad altri atti fermi da settimane: le tariffe Tari, un debito fuori bilancio e l’assestamento estivo. I lavori sulla variante riprenderebbero subito dopo: poi, potrebbero durare ancora settimane. L’estate è lunga, e il voto potrebbe avvenire in un quadro giuridico incerto.
Il 15 e il 16 luglio è infatti fissata l’udienza al Tar sui cinque ricorsi tuttora pendenti contro l’impianto, presentati dai residenti a rischio esproprio sostenuti dal Comitato No Ovovia, e dal cartello Lipu-Wwf-Legambiente. La seduta sarebbe dovuta tenersi il 16 aprile scorso, salvo poi slittare appunto a metà luglio su indicazione del presidente del Tar regionale Carlo Modica de Mohac di Grisì: questo perché la copertura economica della cabinovia è intanto cambiata, e la procedura non potrà più osservare le tempistiche abbreviate del rito Pnrr, bensì quelle ordinarie. Non è da escludersi che una tale scrupolosità celi la volontà di ridurre al minimo ogni rischio di possibili appelli a un pronunciamento affatto scontato.
E poi? I testi dei ricorsi mettono in discussione finanche le virgole di ogni atto firmato da Comune e Regione negli ultimi cinque anni, a partire dai due iter ambientali di Vinca di III livello e di Vas, il progetto di fattibilità e l’adozione della variante stessa. Se accolti anche solo in parte, come in una partita a jenga i ricorsi potrebbero minare l’iter della cabinovia fin dalle sue fondamenta.
Riproduzione riservata © Il Piccolo