Trieste, gli psicologi aiuterannola baby-prostituta di 13 anni
L'assessore comunale Carlo Grilli: "Non è una baby-prostituta, ma solo una ragazzina fragile". E spiega come gli psicologi del Comune cercheranno di recuperare la ragazzina di tredici anni che si prostituiva in cambio di ricariche telefoniche

TRIESTE
- "Facciamo tutti un passo indietro e ristabiliamo correttamente i ruoli: la bambina di tredici anni finita al centro di una penosa storia di pedofilia e degrado, è la vittima, non la colpevole". Parla da genitore, prima ancora che da assessore comunale, Carlo Grilli. Lo fa per invitare la città a spegnere i riflettori sulla dolorosissima vicenda e, soprattutto, a non banalizzarla attribuendo alla piccola il ruolo di spietata mangiauomini e ai suoi sfruttatori - perché tali sono -, quello di prede indifese.
"Abbiamo davanti agli occhi una ragazzina che ha alle spalle un contesto familiare e sociale molto difficile - spiega il responsabile dei Servizi sociali del Comune, che hanno preso in carico la tredicenne -. Una bambina a cui è stata rubata l’infanzia e che ora, con l’aiuto dell’equipe di psicologi ed esperti a cui è stata affidata, dovrà affrontare un cammino lungo e in salita. L’obbiettivo è aiutarla a ”ricostruirsi”, ritrovando la stima di sè e rimettendo in piedi una rete di affetti, relazioni, fiducia".
Tassello, quest’ultimo, particolarmente decisivo per riuscire davvero a voltare pagina e a recuperare un rapporto sereno ed equilibrato con il mondo. Perché oggi, dopo ciò che ha visto e vissuto, la piccola non riesce più a credere nelle buone intenzioni degli adulti. Quegli adulti che, prima con le loro assenze e poi con le loro morbose attenzioni, l’hanno costretta a crescere troppo in fretta.
"Il mondo dei ”grandi” in questo caso ha colpito senza pietà e si è accanito in maniera inqualificabile contro la ragazzina - continua Grilli -. Troppe persone hanno approfittato della sua spavalderia, tipica di chi attraversa la delicata fase dell’adolescenza, dietro alla quale, in realtà, si nascondeva un castello di fragilità e insicurezze. Per questo il compito a cui sono chiamati psicologi ed esperti è tutt’altro che semplice: lo strappo è stato lacerante e, per ricucirlo, servirà molto tempo. Un elemento che fa ben sperare, però esiste: la giovane età della vittima. A tredici anni i margini per ”ricostruirsi” ci sono. Perché l’operazione abbia successo, però, è necessario che cali definitivamente il sipario sulla vicenda. L’esposizione mediatica sta devastando una psiche già seriamente compromessa. Chiedo quindi a tutti di fare un passo indietro - conclude l’assessore comunale -. Spegniamo i riflettori e lasciamo spazio al silenzio e alla riflessione".
Quello della tredicenne abusata da uomini maturi - quattro, secondo l’inchiesta affidata dal pm De Bortoli agli investigatori della Squadra mobile -, ammette Carlo Grilli, è uno dei più difficili ed eclatanti casi di violenza capitati negli ultimi tempi in città. Gli strumenti per rimettere insieme i cocci delle vite di questi ”bambini interrotti”, però, a Trieste esistono. Ne è una prova il ”Malab”, un servizio integrato tra Aziende sanitarie e Comuni che operano in sinergia con il Burlo, l’ufficio servizi sociali del ministero di Grazia e Giustizia, il mondo del volontariato e il ministero dell’Istruzione.
Gli ambiti d’intervento del servizio sono proprio abusi e maltrattamenti gravi. Fenomeni, purtroppo, sempre più evidenti ed attuali come dimostrano i numeri. Nel 2005 i bambini seguiti sono stati 74, vale a dire circa il 5% della popolazione minorile complessiva. Di questi ben 48 hanno ricevuto sostegno dalla rete di servizi dopo essere stati vittime di abusi sessuali, a fronte di 26 piccoli costretti a subire maltrattamenti gravi. A finire nella rete di pedofili, soprattutto, le bambine ( 33 a fronte di 48 casi di abuso), mentre a livello di maltrattamenti i più colpiti sono stati i maschi, 15 dei 26 casi totali.
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