Trieste, il Municipio in affanno crea i comunali “multitasking”

TRIESTE Più di 2.500 dipendenti. Età media 54 anni. Oltre cento pensionamenti nell’anno in corso (101 per la precisione) ma nessuna assunzione in vista (il turn over è praticamente fermo dal 2010). I comunali di Trieste non stanno bene. «La situazione è grave. Siamo in emergenza. La sofferenza ormai è complessiva» spiega l’assessore al Personale Roberto Treu.
E così il Comune di Trieste è stato costretto a modificare e integrare la dotazione organica e il piano triennale delle assunzioni di personale relativo al triennio 2015-2017 che continua a essere aggiornato pur in presenza del blocco delle assunzioni.
«Dobbiamo fare di necessità virtù a parità di risorse e con il personale che si riduce di numero di anno in anno. L’aggravio del carico di lavoro sugli enti locali è impressionate. Noi, come gli altri comuni, non siamo più in grado di rispettare il contratto. Tanto che abbiamo condiviso le ragioni dell’ultimo sciopero della funzione pubblica» spiega l’assessore che da ex sindacalista (Cgil) conosce bene le problematiche del lavoro.
Ecco quindi gli interventi area per area nel nome della flessibilità con l’introduzione di nuovi profili professionali che, nella maggioranza dei casi, derivano da accorpamenti di mansioni più o meno equivalenti che prima erano parcellizzate. Nessuno sconvolgimento, ma una ridefinizione complessiva per organizzare meglio i servizi.
«Le modifiche servono ad aumentare la mobilità interna. Con questa nuova organizzazione le persone possono essere impiegate su uno spettro di attività più ampio - continua Treu -. L’obiettivo è quello di una maggiore funzionalità soprattutto nell’ambito culturale dei musei o in quello socioeducativo. Dove prima c’era una separazione tra una figura e l’altra ora c’è una ricomposizione».
Addio, insomma, ai compartimenti stagni. Sono tre o quattro i profili a essere ricompresi. Viene istituito, per fare un esempio, il profilo professionale (25 posti) di “collaboratore addetto al pubblico e alle esposizioni” che si dovrà occupare dello “svolgimento di attività ausiliarie e di front line nell’ambito delle strutture museali e delle biblioteche”. Si va “dalla cura, custodia e sorveglianza delle sale e dei beni culturali esposti nelle stesse all’addetto alla casse e gestione operazioni di biglietteria elettronica e manuale”.
Dipendenti multitasking. Una poliedricità delle mansioni. «Tutto ciò consentirà una gestione flessibile del personale - spiega l’assessore -. Le mansioni, invece di essere segmentate, vengono unificate in maniera organica sotto lo stesso profilo. Questo consentirà una maggiore funzionalità del Comune e un’organizzazione del lavoro più flessibile. In ogni caso il livello retributivo non viene toccato». Alcuni profili professioni sono stati inoltre adeguati alle recenti modifiche della legislazione sul lavoro.
E il piano delle assunzioni? «Sono indicati i nostri bisogni - continua Treu -. Il blocco delle assunzioni ovviamente non ci consente di fare assunzioni. Possiamo solo ricorrere alla mobilità esterna». Tutto a costo zero. «Non si può spendere nulla di più. I vincoli delle spese del personale non si possono sforare» continua l’assessore sindacalista. E così i 101 pensionamenti di quest’anno sono destinati a rimanere scoperti.
«Vengono coperti in parte con supplenze, mobilità esterne (ne avviamo avviate una quarantina) e riorganizzazioni interne - ammette Treu- . Tanti anni di blocco del turn over si sentono. L’età media dei comunale di Trieste è di 54 anni. Il Comune da 12 anni non assume con concorso degli impiegati. Questo vuol dire che tutta la cosiddetta generazione digitale non lavora al Comune di Trieste. E tutto ciò, sul piano dell’organizzazione del lavoro, è una cosa gravissima per qualsiasi azienda. C’è una carenza diffusa in quasi tutti i settori. Stiamo usando tutti i mezzi per recuperare persone».
Un problema che, ovviamente, ricade anche sulla qualità ed efficienza dei servizi. «E per fortuna che noi siamo riusciti a fare il miracolo delle 229 stabilizzazioni dell’area educativa. Le ultime assunzioni sono 8 assistenti sociali grazie alla deroga concessa alla Scuola - conclude Treu -. Serve un intervento, sia in Regione che a livello nazionale, per sbloccare la situazione. Gli enti locali devono poter tornare ad assumere giovani. Servono figure nuove e aggiornate».
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