Trieste, il rione San Vito rilancia sulle Poste chiuse: «Aprite una sede più piccola»

La Circoscrizione consegnerà le oltre 1.700 firme raccolte al sindaco Dipiazza. Martedì mattina presidio davanti alla sede di via Combi promosso dallo Spi Cgil

Micol Brusaferro
Il sit-in dello Spi Cgil in via Combi Foto Andrea Lasorte
Il sit-in dello Spi Cgil in via Combi Foto Andrea Lasorte

«La chiusura dell’ufficio postale di via Combi a Trieste non ha determinato solo una mancanza di servizi per i cittadini, ma anche un calo generale di affari per tutte le attività della zona. Speriamo ci sia un passo indietro da parte di Poste Italiane rispetto alla decisione della dismissione o che sia aperto un altro presidio nel rione».

Lo hanno sottolineato martedì gli esponenti della Quarta circoscrizione, nel corso di una conferenza stampa a conclusione della raccolta firme, oltre 1.700, avviata proprio dal parlamentino, per scongiurare lo stop dell’ufficio postale di San Vito. Sempre martedì, Spi Cgil ha promosso un presidio davanti a via Combi, in segno di protesta.

La consigliera comunale Monica Canciani, che ha dato il via alla petizione, ha spiegato che «l’ufficio è importante per tutti i servizi offerti e per il ruolo all’interno del rione di San Vito. Commercianti ed esercenti mi hanno segnalato una diminuzione di introiti da quando non è più operativo. E questa è una situazione grave per tutta la zona. Porterò le firme raccolte al sindaco Dipiazza, per supportare il dialogo che ha già avviato con Poste Italiane e anche perché rappresentano la voce dei cittadini. Speriamo – aggiunge – si valuti almeno la riapertura di un nuovo ufficio, a San Vito, se quello attuale non si potesse utilizzare più».

A fine 2023 Poste Italiane aveva annunciato la cessazione momentanea dell’attività in via Combi per lavori urgenti che rendevano inagibili i locali. A fine estate 2024 poi la notizia della chiusura definitiva della struttura.

Il presidente circoscrizionale Marco Rossetti Cosulich ha sottolineato che «quando c’è da tutelare il benessere del cittadino non ci sono bandiere politiche, e un ringraziamento va a tutte le persone che si sono spese per questa causa. Come Circoscrizione e Comune abbiamo fatto la nostra parte. Adesso che la palla passa alle Poste, auspichiamo ci sia un passo indietro nelle decisioni o che gli sportelli siano spostati». «Non vanno dimenticati i servizi essenziali per gli anziani – ha aggiunto la consigliera Anastasia Doglia – che sono tanti nel rione».

Sollecitata la permanenza almeno di un postamat, che aiuterebbe i clienti di Poste nello svolgimento di alcune operazioni. Alberto Fileti, sempre per la circoscrizione, parla di «un taglio indiscriminato, un gioco puramente finanziario che danneggia la collettività a fronte degli ampi profitti registrati dal bilancio di Poste Italiane. Perciò la ferma richiesta è quella di recedere da insani propositi di chiusura dell’ufficio di via Combi iniziando e concludendo i lavori per riaprirlo e restituire un servizio pubblico fondamentale per la cittadinanza».

Presente alla conferenza anche il consigliere comunale Luca Salvati: «se non si argina questa dinamica – ha detto – il rischio è che ci siano ulteriori sportelli in chiusura». Spi Cgil ha organizzato un presidio davanti all’ufficio di via Combi per tutta la mattinata, puntando l’attenzione soprattutto sulle problematiche relative alle persone anziane, «con questo stop non si pensa a chi non sa o non può utilizzare le nuove tecnologie – hanno evidenziato – una parte della popolazione che ha la necessità di poter usufruire di servizi fondamentali che vengono a mancare». —

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