Trieste, la direttrice del Museo di Miramare: «Costretta a lavorare con uffici senza telefoni e organici dimezzati»

TRIESTE Fa la direttrice, ma anche l'impiegata e talvolta la botanica. La numero uno del Museo autonomo del Castello (e del parco) di Miramare Andreina Contessa si occupa di tutto e non avrà pace finché l'organico non sarà al completo. Un traguardo lontano, visto che al momento manca più del 50% del personale. Insediatasi a giugno 2017 «per correre», si è invece ritrovata, dice, a dover «camminare». Perché ha «ereditato» un luogo «problematico». Non cerca polemiche, assicura, vuole solo lavorare, sottolineando però che la manutenzione ci tiene «a farla davvero». Per questo progetta a lungo termine, dopo un periodo trascorso solo a tappare «un’emergenza dopo l'altra». E la “grana” dell’aumento del biglietto d'ingresso a 12 euro per l'imminente mostra su Massimiliano e Manet? Disinnescata: «A chi ha prepagato il biglietto verrà addebitato il vecchio costo di 8 euro».

Come mai avete aumentato di ben 4 euro l’ingresso?
La maggiorazione di due euro, applicata precedentemente per le altre mostre, non copre i costi per tenere aperti castello, parco, scuderie. E poi siamo sempre aperti. Tutte le mostre temporanee nei musei hanno costo aggiuntivo. Il biglietto è cumulativo ed è frutto di un accordo con chi gestisce i servizi aggiuntivi, contratto già in essere che io ho dovuto rispettare.
E chi ha già pagato il biglietto?
Potrà contare sul prezzo iniziale, di otto euro. Comunque avevamo dato ampia diffusione dei nuovi costi attraverso il sito web.
Questa mostra l'ha curata anche Rossella Fabiani, già direttrice del castello, come sono i rapporti fra voi?
Sono felicissima di poter lavorare con Fabiani, è stata una delle colonne di Miramare per anni e spero continui a esserlo per tante altre mostre.
Come vive un museo autonomo, dopo la riforma Franceschini?
Con i ricavi dei biglietti. E poi abbiamo dei fondi ministeriali.
Come è riuscita a gestire tutto da sola visto che a Miramare ha trovato solo i vigilanti?
È stato estremamente difficile fare grossi progetti. Io sono venuta per correre, invece non riuscivo nemmeno a camminare. Sono stati dei mesi davvero affannosi, anche per una serie di difficoltà che ho trovato sul campo. Eredito un luogo pieno di problemi, piano piano affronto anche due-tre problemi alla volta, però non è così semplice. Solo da gennaio è arrivata qualche risorsa in più.
Mancanza di finanze o mala amministrazione dei suoi predecessori?
Miramare non è poverissima, il problema è come si gestiscono i fondi. E anche come si organizza un lavoro. Quello che sto cercando di fare, adesso che finalmente sono arrivati gli architetti, è attuare diversi piani di manutenzione, in modo complessivo, razionale e preciso, con un monitoraggio costante. Questo vuol dire spendere in modo saggio i fondi. Altrimenti ci si ritrova nella condizione in cui mi sono trovata io in questi mesi, cioè a gestire un'emergenza dopo l'altra. Adesso comunque si vede che c’è un po’ di cura nel parco, anche se non è ancora perfetto come io vorrei.
Dunque ora in quanti siete nel castello?
Manca più del 50% dell’organico, non abbiamo praticamente apparati tecnici. Stiamo organizzando anche gli spazi fisici perché, dal momento che qui non c'era nemmeno il personale, mancavano pure telefoni e connessioni internet negli uffici: dobbiamo proprio partire da zero. Fino alla settimana scorsa non avevo nemmeno un amministrativo, quindi ho dovuto fare un po’ di tutto e chiunque è con me fa un po’ di tutto. A pesare di più è l’assenza di una segreteria e di un’amministrazione. Ecco perchè non funzionavamo al 100% anche se la buona volontà c’era. Ora almeno abbiamo gli architetti e personale “in prestito” da ministero e Regione.
Quando potrà tirare un respiro di sollievo?
Quando ci sarà un apparato della segreteria al completo con almeno sei addetti e quando arriveranno gli assistenti tecnici, gli addetti alla promozione e un informatico.
Nel 2019 arrivano i 4 milioni di finanziamento messi a disposizione dal Mibact…
Sì, ma in quel momento dovremo già essere pronti con una pianificazione, soprattutto per il verde. Serviranno per le ristrutturazioni di casette, arredi, parco e stradine.
Gli altri progetti e la manutenzione prevedono che possiate intanto iniziare a realizzare altre cose?
Sì. Tra le tante idee vorrei mettere in coltura i germogli delle essenze rare del parco in una serra restaurata ma poi mai utilizzata. In un'altra, che non può più essere usata con questo fine, a breve organizzeremo qualche iniziativa culturale. Poi, in una delle casette vorrei realizzare una coffee house o una sorbetteria, vorrei diventasse uno spazio piacevole, dove aver voglia di tornare spesso. Vorremmo anche riaprire i servizi igienici dietro la caffetteria: l'incarico l'avevo già firmato un mese dopo il mio arrivo, ma per la serie di congiunture ben note non è stato possibile. Partiremo con i grandi progetti di restauro del Castelletto, ci vorrà un po’ di tempo ma lo faremo. E punteremo molto sui social e sulla promozione online.
Lo scorso inverno c'è stato anche un problema con il riscaldamento…
Sì, ma non per tanto tempo, avevamo dovuto spegnere la caldaia per metterla a norma. Sto studiando come passare a un altro sistema, meno antico. Da rivedere è l'impianto d'illuminazione interno ed esterno. Spero anche di poter migliorare l'accessibilità per chi ha difficoltà nella deambulazione.
Come?
Anche costruendo un ascensore nel castello, c'è già un vano. Per quest'ultimo lavoro ci vorrebbero 350 mila euro circa: ci sono dei fondi per le ristrutturazioni.
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