Trieste, la fontana che “zampilla” libri

Si trova a due passi dalla Curia ed è diventata un’area di libero (e gratuito) scambio di testi
La cassetta dove si possono lasciare i libri e prelevarlI
La cassetta dove si possono lasciare i libri e prelevarlI

TRIESTE L’hanno ribattezzata la “Fontana dei miracoli”, e la vicinanza alla Curia non c’entra. È quella da tempo inutilizzata che si trova all’esterno della chiesa della Beata Vergine del Soccorso, alias Sant’Antonio Vecchio, sullo slargo alla fine di via Santi Martiri, a due passi dall’imbocco di piazza Hortis.

Un tempo la fontana vedeva zampillare l’acqua dai due bocchettoni, uno dei quali è stato tolto da anni, mentre oggi vede zampillare libri di ogni genere. Testi scolastici, romanzi, racconti, saggi vengono infatti lasciati dai proprietari a beneficio della collettività, poi vengono quindi ritirati dai lettori e, talvolta, restituiti a fine lettura. La fontana, insomma, si è trasformata in una sorta di area di libero scambio della cultura.

A regolamentare il tutto un foglietto, scritto a mano e appiccicato al muro, intitolato “Angoletto di cultura spicciola e microrelax". Il testo spiega che «è tutto gratis, richiede solo buona volontà nel portare del materiale ed educazione nel prelevare. Ce n’è per tutti: bambini, gioventù, anziani... Dal romanzo al manuale, dalla rivista culturale al film, dal ricamo alla pentola! Un po’ di pazienza e qualche attitudine allo scavo per cercare e trovare». Non mancano un “Grazie a tutti” marcato in rosso e scritto in maiuscolo. E una sequela di divieti: “No straze vecie!”, “No scarpe doprade!”, “No skovaze!”.

«La scritta è comparsa poche settimane fa - spiega monsignor Pier Emilio Salvadè, vicario generale della Curia, il cui edificio guarda proprio sullo slargo della fontana - e vedo che l’attività di scambio procede con vivacità. Un giorno compaiono libri che il giorno dopo non ci sono più. Ma il giorno successivo ne arrivano altri. E lo scambio prosegue». Qualcuno ne approfitta per lasciare sul posto vecchi libri che non vuol più conservare, ma un appassionato che li ritiri si trova sempre. In realtà non tutti rispettano le regole: c’è chi lascia comunque ciabatte, scarpe e indumenti, puntualmente ritirati, forse da qualche passante bisognoso.

Ma nella sostanza il servizio di libero scambio libri funziona. «Vedo triestini che arrivano e lasciano i testi e altri che li ritirano. In grande tranquillità» racconta un inquilino dell’edificio che guarda sul muro della chiesa.

Per una chiesa che, non più tardi dello scorso anno, era salita alla ribalta della cronaca perché i graffitari l’avevano presa di mira, lordandone le pareti esterne, è un bel passo in avanti. Anche perché i “cacciatori di libri” garantiscono una presenza costante in un’area altrimenti attraversata quasi esclusivamente da automobili.

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