Trieste, la “nuova” Ferriera riparte dal mare

Arrivati via nave dagli Usa i primi impianti del laminatoio che cambieranno il volto al complesso siderurgico di Servola. E il terminal ha già movimentato 660mila tonnellate di merci
Lo scarico dei macchinari del laminatoio alla banchina di Servola (Foto Bruni)
Lo scarico dei macchinari del laminatoio alla banchina di Servola (Foto Bruni)

TRIESTE Sono arrivati a Servola i primi impianti e macchinari che costituiranno il nuovo laminatoio a freddo all’interno del perimetro della Ferriera. Ieri si è svolta una fase clou delle operazioni di scarico che ha già dato una prima idea di quello che sarà il nuovo reparto produttivo che si insedierà nell’area dove un tempo sorgeva l’acciaieria.

Al terminal marittimo della società, che sta vivendo una fase di autentica rivitalizzazione, è arrivata nei giorni scorsi la nave general carco olandese Spaarnegracht proveniente dagli Stati Uniti e in particolare dal terminal dell’ex maxicomplesso industriale della Bethlehem Steel collocato a Sparrows Point nei pressi di Baltimora, nel Maryland.

Alla banchina di Servola le operazioni di sbarco non sono semplici dal momento che si tratta di trasferire a terra 11mila tonnellate di project cargo (macchinari particolarmente pesanti e voluminosi). Alcuni pezzi superano le 100 tonnellate di peso, mentre altre parti del futuro reparto sono contenute in 200 container. Le operazioni coinvolgono i dipendenti di Siderurgica Triestina del settore interno della logistica, ma anche i lavoratori di alcune ditte dell’indotto. In questa fase di scarico tutto il materiale viene stoccato nel retrobanchina (dove recentemente sono stati portati a termine i lavori di ripavimentazione) e nelle aree adiacenti che sono state oggetto - secondo quanto rileva la società - di un’operazione di recupero ambientale.

Si sono creati così piazzali attrezzati per una superficie complessiva di 50mila metri quadrati completi di tutti i presidi antinquinamento previsti nell’Accordo di programma. Contemporaneamente sempre a Sparrows Point sono incominciate le operazioni di imbarco su un’altre nave della seconda parte dei macchinari e impianti del laminatoio che giungeranno a Trieste nelle prossime settimane. Sono previsti sei mesi di montaggio e l’entrata in funzione entro il primo semestre 2016.

Il laminatoio a freddo (visto con favore anche da gran parte degli ambientalisti e dagli abitanti della zona) costituisce la parte più ingente del maxiinvestimento fatto dal Gruppo Arvedi su Trieste: per la precisione 111 milioni e 400mila euro su un totale complessivo di 187 milioni. Il Piano industriale prevede che «al totale di 230 addetti per le linee di produzione andranno ad aggiungersi 50 addetti alla manutenzione e altri 60 alle funzioni di programmazione per un totale complessivo di 340 persone». Se l’area caldo non inquinerà per cui potrà restare in funzione, i 340 dipendenti potranno aggiungersi ai 415 attuali portando così l’occupazione complessiva a oltre 750 persone.

Ferriera, ecco il piano di risanamento
Il rendering del progetto industriale Arvedi per l'area dello stabilimento di Servola

«Completata la risistemazione di un padiglione, entro l’anno ne ristruttureremo altri due - ha affermato recentemente il presidente del Gruppo, Giovanni Arvedi riferendosi al laminatoio a freddo - l’area avrà oltre 60mila metri quadrati. Produrremo acciaio per motori elettrici e per trasformatori, ci rivolgeremo soprattutto al mercato dell’auto. Un prodotto di questo tipo si faceva a Terni, poi quando i tedeschi della Krupp acquistarono lo stabilimento umbro, trasferirono in Germania questa produzione che oggi qui non esiste più: saremo noi a riportarla in Italia grazie a Trieste».

E l’operazione in corso conferma la capacità del terminal marittimo di Siderurgica Triestina di movimentare anche merci speciali in totale sicurezza. La banchina è destinata a diventare, anche in conseguenza della realizzazione della contigua Piattaforma logistica, un hub di grandi dimensioni dove già ora il volume dei traffici è in forte ascesa. Nel periodo gennaio-aprile per conto dell’Acciaieria Arvedi di Cremona sono stati movimentati soprattutto a Servola (ma per ragione di sovraffollamento in parte anche sulla banchina del vicino Scalo Legnami) 260mila tonnellate tra ghisa, preridotto di ferro destinato agli stabilimenti lombardi e coils (rotoli di lamiera) in esportazione. A ciò vanno aggiunte ben 400mila tonnellate di materie prime (carbone e minerali) per il ciclo produttivo di ghisa e coke. Su queste basi, la proiezione dà per il 2015 una movimentazione complessiva di ben 2 milioni di tonnellate di rinfuse solide. Ma anche da questi dati è chiaro che anche la parte logistica lavorerà molto di più se resterà in attività l’area a caldo.

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