Trieste, l'azienda: «Sbuffo nero in Ferriera, solo un episodio» VIDEO

TRIESTE «Il blocco del nastro di alimentazione dell’altoforno», con conseguente perdita del «livello di carica». È stata questa la causa dello sbuffo nero emesso dalla Ferriera di Servola nella giornata di lunedì e avvistato da molte persone.
Il problema «ha prodotto, come da procedura - riepiloga in una nota Siderurgica Triestina -, lo sbuffo, per consentire di mantenere la temperatura di bocca dell’altoforno entro i limiti sopportabili dall’impianto». Ultimati gli accertamenti «dai tecnici dei reparti produzione e manutenzione», la proprietà della Ferriera ha dunque voluto fare chiarezza anche su quanto accaduto tre giorni fa alle «12.27 per meno di due minuti».
Siderurgica Triestina fa sapere di «aver sollecitato i tecnici del reparto manutenzione ad aumentare la frequenza d’ispezione dei sistemi di caricamento. Le cause dell’evento eccezionale e le azioni correttive sono state comunicate agli enti di controllo come previsto dall’Aia».
L’azienda mette poi in evidenza «come l’evento emissivo sia stato generato da un problema episodico, un evento di emergenza per la sicurezza del processo, ma non è correlato a criticità strutturali dell’altoforno. Siderurgica Triestina ha effettuato gli interventi strutturali, previsti dagli accordi con le istituzioni, sulla cokeria e sull’altoforno. Gli interventi hanno portato a un netto miglioramento sui dati ambientali, sia rispetto al benzopirene in tutte le centraline sia rispetto al Pm10».
St elenca poi gli episodi verificatisi negli ultimi sei mesi nell’impianto (dove martedì i tecnici dell’Arpa hanno effettuato un blitz dopo le fumate del 15 marzo scorso e di lunedì) per ribadirne l’origine legata a «problematiche manutentive, cioè non strutturali»: dall’altoforno «si sono registrati quattro episodi emissivi dalla parte alta e quattro dalla parte bassa (piano di colata), la cui frequenza “di sbuffo” (rossastra o nera) è ben differente da quella che i cittadini certamente ricordano durante gestioni precedenti.
I responsabili tecnici di St - conclude la nota - ammettono che dal punto di vista strutturale del processo produttivo molti passi avanti sono stati fatti, mentre è ora necessario incrementare la fase di manutenzione preventiva, per ridurre ancora di più la probabilità che certi eventi accidentali possano accadere e generare emissioni visive che comunque non hanno alcun impatto sulla qualità dell’aria».
E sul tema Ferriera, interviene l’ex primo cittadino e candidato sindaco del centrodestra Roberto Dipiazza: «Chiusura dell’area a caldo della Ferriera? Bene, non aspettiamo altro, anche se l’assessore comunale all’Ambiente sembra aver bisogno per annunciarla di ulteriori dati, forse sondaggi, o magari del momento più favorevole alla campagna elettorale», ironizza il consigliere regionale di Autonomia responsabile.
Dipiazza insiste: «L’amministrazione comunale faccia l’annuncio sulla chiusura ma non dimentichi che la procedura di fermata può richiedere diversi mesi, arrivando fino ad ottobre, guarda caso, ossia alla scadenza dei due anni di mantenimento dell’attività produttiva, come richiesto dall’accordo di programma».
Infine, l’invito alla giunta Cosolini: «Dato che l’arresto degli impianti e la messa in sicurezza del sito, con il mantenimento delle altre attività relative a logistica e laminatoio, comportano una serie di passaggi fondamentali, come l’importantissima formazione dei lavoratori, allora l’amministrazione comunale non si limiti a dire che farà degli annunci, ma, da subito, convochi le parti interessate. Altrimenti - chiude Dipiazza - siamo di fronte solo a false promesse».
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