Trieste, le scenografie del Verdi esposte in un museo tra arte e intrattenimento

Il direttore Tasca: «Diamo una nuova vita a questi tesori dell’artigianato teatrale» Il Comune: «Bella idea, ora va trovata la sede giusta». Ipotesi Porto Vecchio

TRIESTE Un museo potenzialmente già pronto. Dedicato alla storia del teatro lirico, ma soprattutto rivolto a bambini e ragazzi, che potrebbero divertirsi tra maxi scenografie, sculture giganti e ricostruzioni spettacolari.

È l’idea nata qualche giorno fa, quasi per caso, dal direttore generale del Teatro Verdi, Antonio Tasca, durante l’arrivo delle scenografie utilizzate in Giappone per la recente tournée della Traviata. Nuovi materiali da inserire nel magazzino, che ormai da anni raccogliere migliaia di pezzi delle varie opere. E allora perché non riutilizzarle? Per mettere tutto a disposizione di triestini e turisti, in modo utile e originale. E le curiosità non mancano, come un’enorme casa delle bambole, animali a grandezza naturale, statue che raggiungono i sei metri di altezza, e tanti piccoli e grandi oggetti costruiti con attenzione e cura dei particolari.

Per ora, come detto, è solo un’ispirazione, sorta osservando il grande patrimonio del teatro. Andrà poi eventualmente presentata al Comune, che però, interpellato sull’ipotesi dell’esposizione permanente, apre subito al dialogo. Un sito ideale sarebbe il Porto Vecchio o comunque un capannone spazioso. «Ricordo – spiega Tasca – che tutto ciò che compone le scene viene costruito dagli artigiani nei nostri laboratori, una vera ricchezza. Dopo ogni opera gli allestimenti vengono smontati, spostati dal teatro e riposti nel deposito. Mi piacerebbe poter garantire a queste strutture una nuova vita. Il museo potrebbe essere un’ottima soluzione. E i costi per realizzarlo non sarebbero impegnativi. Una novità di questo tipo sarebbe un’attrattiva interessante. Serve semplicemente un ambiente alto, per accogliere oggetti molto voluminosi».

«Abbiamo una grande abitazione colorata – continua Tasca –, con sei stanze, due piani collegati da scale interne, utilizzata per il Flauto Magico, aperta sul davanti, dove i bambini potrebbero vivere le emozioni di una casa delle bambole gigante. E poi ci sono anche i tanti vestiti che conserviamo, ben 4.500. Si potrebbe creare un’area per far provare ad adulti e bambini accessori e costumi di scena, per scattare foto ricordo e immergersi in epoche e ambientazioni storiche o comunque speciali. E ancora tantissime ricostruzioni legate alle varie rappresentazioni».

Gli assessori comunali di riferimento, sentiti sull’argomento, manifestano massima disponibilità. «Parliamone – commenta l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi – è una bella idea. Ci sono oggetti straordinari creati anno dopo anno, ma va trovato anche un luogo adeguato. Il Verdi ha una lunga tradizione e una storia importante, che va conservata».

«Sono assolutamente d’accordo – sottolinea l’assessore ai Teatri Serena Tonel – penso a un’esposizione che sia una sorta di succursale del Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl, che possa ospitare tutti questi straordinari allestimenti. Potrebbe diventare un sito multiculturale, moderno, con una sistemazione accattivante. Credo sia un nuovo polo in grado di attirare turisti e anche un modo valido per valorizzare tutte le maestranze legate al Verdi, che lavorano con grande bravura, eccezionali professionisti del settore». Una proposta che si inserisce a metà strada tra un museo interattivo e un parco divertimenti, un modello che finora non esiste a Trieste e in regione. —


 

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